Con Lacan e le scienze sociali, la nostra archeologia critica del pensiero di Lacan ha isolato un momento iniziale (1938-50), legato al primato della sociologia di Durkheim, dove si è preso atto di una certa distanza da Freud. Ora, avendo reso ragione di questo scarto è possibile dimostrare come il "ritorno a Freud" di Lacan testimoni della rettificazione soggettiva all'interno del transfert stesso di Lacan a Freud, così come del suo incontro con l'antropologia di Lévi-Strauss. La tesi che si sostiene è semplice: il "ritorno a Freud" di Lacan ha luogo attraverso l'incontro con l'antropologia strutturale. Quest'incontro, stando alla doxa della maggioranza degli interpreti, è rimosso: ci si trova in presenza di interpretazioni che introducono nell'opera di Lacan lo spettro di quelle che Althusser definisce "filiazioni immaginarie", idealizzando riferimenti, ostinatamente ripresi, a eminenti filosofi di correnti idealistiche ed esistenziali. Il lettore potrà avvicinare Lacan nella misura in cui, ferito da quelle prove cui la comunità degli psicoanalisti lo sottopose (scissione e scomunica), esige il ritorno del desiderio del "padre morto" della psicoanalisi.
Lacan e Lévi-Strauss o il «ritorno a Freud» (1951-1957)
Titolo | Lacan e Lévi-Strauss o il «ritorno a Freud» (1951-1957) |
Autore | Markos Zafiropoulos |
Curatori | V. Rapone, M. Bianchi |
Collana | Diritto e psicanalisi, 2 |
Editore | Alpes Italia |
Formato |
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Pagine | 288 |
Pubblicazione | 01/2023 |
ISBN | 9788865317907 |