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Mala università. Privilegi baronali, cattiva gestione, concorsi truccati. I casi e le storie

Mala università. Privilegi baronali, cattiva gestione, concorsi truccati. I casi e le storie
titolo Mala università. Privilegi baronali, cattiva gestione, concorsi truccati. I casi e le storie
Autore
Collana Principioattivo
Editore Chiarelettere
Formato
libro Libro: Copertina morbida
Pagine 336
Pubblicazione 09/2021
ISBN 9788832963915
 
16,90
 
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La ricostruzione completa del sistema di potere accademico. Una mappa impressionante di casi e di storie in barba alla legge, ai regolamenti, ai codici etici degli atenei e alle direttive dell'Anac, l'autorità nazionale anticorruzione. La denuncia di chi ha voluto coraggiosamente esporsi contro un sistema in cui merito e trasparenza, principi sempre invocati, passano in secondo piano rispetto a interessi clientelari, famigliari, maschilisti e talvolta mafiosi. "Si tratta di una patologia grave e pervasiva che sta cagionando seri danni all'Italia, spingendo le migliori intelligenze e le persone di carattere a emigrare all'estero" (dalla prefazione di Piercamillo Davigo). In appendice lettera aperta alla presidente della commissione europea Ursula von der Leyen. Bandi "sartoriali" su misura da Brescia a Messina, passando per Torino e Bologna. Dottorati e assegni di ricerca costruiti ad hoc da Milano a Cagliari, da Napoli a Pisa fino a Chieti. Coinvolto in un processo per tentata corruzione anche l'ex rettore di Tor Vergata a Roma in seguito a una registrazione audio della vittima, che ha denunciato. Nelle facoltà di Medicina delle università italiane il 94 per cento circa delle selezioni è vinto da "interni", scienziati o medici collegati al dipartimento che bandisce il concorso, e il 62 per cento circa ha addirittura un solo candidato, quello che deve vincere. Le conversazioni intercettate tra i docenti (nelle inchieste delle Procure di Catania, Firenze e Perugia) dimostrano abusi di potere a vario livello. Accordi tra cordate, fazioni e gruppi massonico-accademici che utilizzano, in alcuni casi estremi, meccanismi non molto diversi da quelli mafiosi. La realtà che supera la fantasia nell'inchiesta "Università bandita". Fino alla vicenda che ha coinvolto l'autore, storico con all'attivo diversi saggi, che vince il concorso da ricercatore di Storia contemporanea presso l'Università di Catania, ma non ottiene il posto perché assegnato a una laureata in Architettura. Un fatto clamoroso, di cui ha parlato tutta la stampa e le tv nazionali. Il caso Scirè purtroppo non è l'unico. Merito dell'autore è aver dato spazio e voce, in questo libro, a tutti coloro che hanno subito ingiustizie come la sua. Grazie all'associazione da lui fondata, "Trasparenza e Merito. L'Università che vogliamo", che contrasta la corruzione accademica e avanza proposte per rinnovare i meccanismi di reclutamento, è ora possibile fare la mappatura di uno scandalo che arreca grave danno economico e morale a tutti i cittadini. Solo una università basata sul merito potrà garantire un vero rilancio del paese.
 

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