Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945)
Giardino, cenere
Danilo Kis
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 193
Profumo di vaniglia e semi di papavero, un vassoio nichelato con sottili mezzelune lasciate dal fondo dei bicchieri, piccoli tram azzurri, gialli e verdi che si rincorrono tintinnando, il cancello di un parco dietro il quale spuntano cervi e cerve, «come ragazzini di buona famiglia di ritorno dalla lezione di piano». All’inizio di questo romanzo c’è un pullulare di sensazioni, una nube tattile, olfattiva, onirica, che si sposta in una cauta esplorazione del mondo, come l’occhio del bambino Andreas, il narratore. La parola «morte» trafigge questa nube, è un numero fatale stampato sul buio. E il bambino gioca con il sonno, gli tende agguati, in preparazione alla grande lotta con la morte. Aveva deciso di «assistere un giorno consapevolmente alla venuta della morte e così vincerla», e nell’attesa voleva sorprendere l’angelo del sonno. Intorno ad Andreas, vediamo la sorella Anna, che piange la sera perché il giorno è finito e non torna più; e la madre Marija, seduta davanti a una imponente macchina da cucire Singer di ghisa nera. E soprattutto vediamo, seppure soltanto in apparizioni imprevedibili e balzane, il padre Eduard Sam, ispettore delle ferrovie a riposo, ma in realtà trickster decaduto, che non dispone più di molti poteri, eppure è ancora aureolato di eventi prodigiosi e irrisori. Autore di un Orario delle comunicazioni tranviarie, navali, ferroviarie e aeree che, arricchendosi di edizione in edizione, si trasforma in opera interminabile, come una mappa che volesse coincidere con il territorio rappresentato, Eduard usa mostrarsi con bombetta e redingote imbrattata, e sfida l’iniquità del mondo dietro occhiali con montatura metallica, stringendo in pugno un bastone. Compreso della sua vocazione di mistificatore, non è mai se stesso, ma il nebbioso ricordo di qualcos’altro, e il giovane Andreas, fantasticatore selvaggio, percepisce in lui la compresenza di molte vite: «Ed eccolo, mio padre, seduto nel carro accanto a una giovane zingara dalle poppe rigonfie, maestoso come il principe di Galles o, se volete, come un croupier o come un maître d’hôtel (come un illusionista, come un impresario di circo, come un domatore di leoni, come una spia, come un antropologo, come un maggiordomo, come un contrabbandiere, come un missionario quacchero, come un sovrano che viaggi in incognito, come un ispettore scolastico, come un medico di campagna e, infine, come un commesso viaggiatore, rappresentante di una compagnia occidentale per la vendita dei rasoi di sicurezza)». Un giorno, in un raro momento di sobrietà, Eduard accenna al figlio il suo segreto: «Non è possibile, giovanotto mio, e questo ricordatelo per sempre, non è possibile recitare la parte della vittima per tutta la vita senza diventarlo alla fine davvero». La storia si incaricherà presto di avverare la profezia. In una continua osmosi di sensazione e visione, questo romanzo raggiunge una precisione evocativa che penetra nelle fibre della mente, in un modo che ricorda Bruno Schulz. Qui, come una splendida carovana di stracci e paccottiglia, ci sfila davanti il mondo saturo di esperienze dell’Europa centrale mentre sta per abbandonarsi alla morte, visto con gli occhi del bambino sognatore e ribelle che alla morte voleva dare scacco.
Zaky e gli altri
Gipi
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2025
pagine: 224
Zaky è fissato col sesso. Per conquistare una donna non si fa scrupoli a mentire, spacciare false promesse, fingersi romantico. Come un chiodo fisso, le fantasie eccitate dei suoi sogni invadono la vita reale, le uscite, le avventure con gli amici. Ecco, gli amici. C’è il Biondino, che è bello, sicuro di sé. Ha solo un difetto, alto due metri, da cui non si separa mai – suo fratello Aldo, “malato nel cervello” – e la sua missione è difenderlo dalla cattiveria altrui. Con loro c’è Masamba, dolce, con la battuta sempre pronta, gran lavoratore e noto superdotato. Quattro ragazzi destinati a ripetere sempre uguali le loro abitudini di provincia. Tutto cambia quando Zaky si innamora di Marion, un’apparizione folgorante tra i tavolini di un bar: di fronte a tanta bellezza, il suo vigore sessuale si sgretola di colpo. L’incapacità di fare l’amore con lei disintegra le sue certezze, e la ricerca di un rimedio diventa un’ossessione incontenibile. Zaky è pronto a tutto pur di apparire perfetto agli occhi di Marion: un’onda anomala scuote così il Biondino, Aldo e Masamba, rimescola le carte del gruppo e della loro stessa vita, fino a scoprire quanto sono profondi e luminosi gli abissi che li uniscono. Il primo romanzo di Gipi è una storia commovente sull’amicizia, sull’amore e sulle imperfezioni che non possiamo evitare, capace di liberare, con un linguaggio diretto e insieme poetico, le emozioni e le speranze di chi, mentre cresce, cerca il proprio posto nel mondo.
Goodbye Hotel
Michael Bible
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2025
pagine: 156
C’è un posto, a New York, che chiamano Goodbye Hotel, perché è l’ultimo rifugio di chi, per ragioni diverse, si è allontanato dal mondo e nel mondo non vuole (o non può) più tornare. Lì, mentre una nevicata «ipnotica» cade sulla città, François siede davanti al fuoco, stappa una bottiglia di vino da quattro soldi e inizia a scrivere la sua storia. Vuole metterci a parte di un avvenimento capitato venticinque anni prima, ma soprattutto raccontarci quello che sarebbe potuto succedere e – forse – è successo davvero. Ha a disposizione solo «un pezzetto di verità», che certo non basta a colmare tutti i vuoti. La sua voce, carica di un’antica sofferenza, ci trasporta ancora una volta a Harmony, un’anonima cittadina del Sud degli Stati Uniti, dove ogni sera «si confonde con un milione di altre sere» e i giovani sono «destinati a perdersi» ma non smettono di desiderare «l’impossibile». Dove «non c’è differenza fra chi è amato e chi non lo è», perché «tutti si sentono soli, con addosso la maledizione di un vuoto americano che gli cresce dentro». Eppure, come sanno i lettori di L’ultima cosa bella sulla faccia della terra, Harmony è anche un crocevia dove il destino dà appuntamento alle sue vittime ignare: in questo caso due ragazzi innamorati e un misterioso uomo con un completo di seersucker, che in una notte di fine estate si incontrano sotto lo sguardo benevolo e saggio di Lazarus, una tartaruga dai poteri chiaroveggenti, indimenticabile protagonista del romanzo. Perché nell’universo di Michael Bible il passato può facilmente diventare futuro e viceversa; come in un sogno di David Lynch, a una dimensione della realtà ne corrispondono infinite altre, parallele e comunicanti. Non ci resta quindi che abbandonarci al ruolo di testimoni involontari e accettare che la verità a volte risulti inaccessibile, protetta da un guscio di bugie e inganni simile a quello di una testuggine centenaria.
Come due fiori di loto
Jane Yang
Libro: Libro in brossura
editore: Longanesi
anno edizione: 2025
pagine: 368
Canton, tardo Ottocento. Piccolo Fiore è una bambina di vivace intelligenza e dal formidabile talento nell'arte del ricamo. Ma nella Cina ancora semifeudale di fine Ottocento, le opportunità che le si aprono sono molto limitate. Per questo, fin da quando è piccola, la madre le offre l'unico privilegio possibile alle fanciulle del suo infimo rango, ossia un matrimonio vantaggioso grazie alla tradizionale e dolorosissima pratica della fasciatura dei piedi. Ma queste prospettive di riscatto sono destinate ad annullarsi alla morte improvvisa del padre: per lei ora l'unica strada possibile è quella della schiavitù presso una famiglia di più alto rango. È così che Piccolo Fiore fa ingresso nella casa di Linjing, sua coetanea e padrona. Da quel momento e per gli anni a venire la vita delle due giovani dovrà destreggiarsi tra gli alti e bassi della loro complicata amicizia e le millenarie tradizioni di una Cina sempre più attenta alle nuove tendenze che arrivano dall'Occidente. La storia di due donne molto diverse, delle immani ingiustizie che entrambe subiscono, degli amori e della loro incessante lotta per la libertà diventano in questo romanzo d'esordio la storia di un intero paese, la cui cultura sempre più ci interroga, ci inquieta e ci affascina.
Un complicato atto d'amore
Miriam Toews
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 240
«Ci sono tante di quelle idee perfette in questo paese, ma l'amore, come lo sballo dell'acido in confronto a un trip di erba scadente, dura più del dolore. Sì, è cosí. L'amore è tutto. È davvero la cosa più grande». Nomi Nickel ha sedici anni e vorrebbe frequentare Lou Reed e Marianne Faithfull nell'East Village di New York. Invece è intrappolata a East Village, Manitoba, in una comunità di mennoniti, «la sotto-setta di persone più imbarazzante a cui appartenere se si è adolescenti». Amministrata con pugno di ferro dallo zio di Nomi, Hans, alias la Bocca delle Tenebre, East Village è una città ricca di regole e povera di divertimento: non si balla, non si beve, non si fa sesso ricreativo, non ci si trucca, non si gioca a biliardo e non si sta svegli oltre le nove di sera. Rimasta sola con il padre quando la metà più bella della famiglia scompare, Nomi si ribella all'ordine ossessivo e claustrofobico della sua comunità e coltiva la speranza di una vita migliore altrove. Ma solo un complicato atto d'amore potrà regalarle la libertà. Un romanzo di feroce originalità che esplora senza paura i legami che uniscono le famiglie e le forze che le distruggono.
Cose umane
Antonio Pascale
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 224
«Uno vive tutta la vita in un modo, e alla fine scopre che era in un altro modo». Quali saranno, al termine del nostro viaggio, le cose degne di essere ricordate? In un agosto che svuota le città e le popola di fantasmi, un figlio tenta di sbrogliare i fili della memoria famigliare, e si trova a riannodare anche quelli della propria vita. Con la sua irresistibile, scanzonata vena malinconica, Antonio Pascale percorre la distanza che ci separa da com’eravamo una volta per misurare chi siamo oggi, raccontando di genitori che invecchiano, di giovinezze sognanti, di amori che iniziano prestissimo, finiscono male o non finiscono mai... Insomma, di cose umane. Strade assolate, deserte, che sembrano svanire all'orizzonte, le saracinesche chiuse, un silenzio granitico - e dire che al mondo siamo otto miliardi, ma a Caserta, ad agosto, sembra non ci sia nessuno. A casa dei genitori di Antonio il sole non entra quasi mai: colpa di sua madre che vorrebbe sempre stare al buio, e nel buio dormire, e dormendo, possibilmente, andarsene all'altro mondo. Antonio va e viene da Roma per starle accanto, ma si sa: viaggiare - anche se lo fai su un Frecciargento, avanti e indietro lungo la stessa tratta - è un ottimo modo per mettere in moto l'ispirazione. Quale occasione migliore, allora, per lavorare su una nuova opera? Non un libro, ma un'installazione - come quelle che faceva con Caterina, l'amore tormentato della giovinezza - per raccontare la rivoluzione che in qualche decennio ha trasformato l'Italia: dal paese di Pinocchio, segnato dalla fame e dalla miseria, a MasterChef, il regno dell'abbondanza. Manco a farlo apposta, nella sua storia c'è tutto quello che serve: un nonno contadino che puzza di letame e uno capomastro che odora di acquaragia, i parenti minatori in Belgio, una prozia mezza strega che sembra uscita da un libro di Ernesto De Martino, un padre che si è emancipato dal lavoro dei campi ed è finito all'Ispettorato agrario, una madre maestra che ha insegnato a scrivere a mezzo quartiere e che oggi della sua vita non ricorda quasi nulla, e allora modifica, arrangia, inventa, peggio di un romanziere. E poi ci sono gli amici emigrati al Nord, quelli che sono rimasti in città e quelli che sono rimasti sotto all'eroina, gli speculatori, gli strunz' e gli sfaccimm', le ragazze camorriste e quelle amate, offese, contese. E infine c'è Susanna, la figlia poco più che ventenne, che studia l'intelligenza artificiale e (alla faccia della storia famigliare) vuole vivere in campagna. La sua voce ironica - o forse quella di un bot che le somiglia - fa da contrappunto alle idiosincrasie del padre, obbligandolo ad affacciarsi sul futuro che ci aspetta quando anche l'era di MasterChef sarà tramontata. Implacabile e piena di sentimento, la scrittura di Pascale ci consegna una galleria di personaggi teneri, meschini, violenti, vulnerabili, impossibili da dimenticare perché veri.
Cristo si è fermato a Eboli
Carlo Levi
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 288
La scoperta del problema meridionale non solo come episodio di una condizione arcaica, intollerabile nella nostra società, ma anche come teatro di una straordinaria civiltà contadina. «“Cristo si è fermato a Eboli” è un cardine della letteratura italiana ed europea. È la scoperta di una diversa civiltà, un “viaggio al principio del tempo”, il racconto di un popolo colonizzato fatto da chi, venuto dalla stirpe dei colonizzatori, si spoglia del proprio privilegio ricevendone in cambio una “lingua nuova”. È un romanzo, un documento, un resoconto, un memoriale, un libro antichissimo sbocciato nel cuore della modernità. Ed è un'evocazione, un discorso corale, un ponte tra mondi non riconciliati. Nessun lettore può inoltrarsi nei suoi capitoli e restare indifferente» (Nicola Lagioia). Con una postfazione di Riccardo Gasperina Geroni. In appendice scritti di Italo Calvino, Carlo Ludovico Ragghianti e Jean-Paul Sartre. Introduzione di Nicola Lagioia.
L'ultima acqua. Il sogno perduto di Los Angeles
Chiara Barzini
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 296
Durante il tour di presentazione per il suo primo romanzo, Chiara Barzini riceve da un amico un pacco misterioso. Tornata a casa, scopre che si tratta di un libro raro: il manuale originale usato per la costruzione dell’acquedotto di Los Angeles del 1913, autografato dall’ingegnere William Mulholland. Quando un famoso regista di Hollywood si dichiara interessato a trarre un film dal suo romanzo, il manuale diventa per lei un talismano, un oracolo sulle sorti creative sue e di un luogo amato. Del resto, attraverso quel capolavoro di ingegneria, William Mulholland ha reso possibile l’impossibile, facendo sgorgare l’acqua nel deserto, inventando per un secolo l’immagine di Los Angeles. Di fronte al rischio che il film non si faccia per problemi di produzione, Chiara Barzini decide di volare negli Stati Uniti per parlare di persona con il Regista. Prima di andare all’appuntamento, però, intraprende un viaggio propiziatorio al Salton Sea, il più grande lago californiano diventato un emblema del disastro ecologico, e poi lungo il monumentale acquedotto di Los Angeles. Non è un’impresa solitaria. Fin dall’inizio la sostengono i consigli di scrittori audaci come Gay Talese e Mike Davis, e da un certo punto in poi la raggiungono due amiche di vecchia data, Kate e Ruby. Ripercorrere il cammino dell’acqua, ormai ridotta a un filo, è un modo per cercare di comprendere la parte più sfuggente e misteriosa della città, ma anche di se stessa, e affrontare il lutto per la fine di un’epoca che non credevamo sarebbe mai arrivata. Un po’ alla volta questo viaggio on the road ai confini dell’Impero americano diventa l’occasione per far decantare i propri sogni, liberandoli dalle illusioni ma non dalla loro forza propulsiva. E allo stesso tempo per guardare con occhio lucido ma ancora in parte incantato una terra piena di fascino e di contraddizioni, una terra ora minacciata dalle fiamme.
Rosarita
Anita Desai
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 104
Una studentessa indiana siede su una panchina del Jardín di San Miguel de Allende, in Messico, quando una sconosciuta le si avvicina con entusiasmo, certa di riconoscere in lei la figlia della sua vecchia amica Rosarita, la pittrice, incontrata lì tanti anni prima. C’è un errore, protesta la giovane, sua madre non si chiamava Rosarita, non è mai stata in Messico e non ha mai dipinto. La sconosciuta è forse un’imbrogliona? Per scoprirlo dovrà lanciarsi in un viaggio trasognato fra passato e presente, realtà e mistificazione, fin nel cuore dei segreti che possono separare, o unire, una madre e sua figlia. Bonita è una giovane studentessa di Delhi in viaggio in Messico per imparare lo spagnolo. Seduta su una panchina del Jardín di San Miguel de Allende, all’ombra della maestosa cattedrale, si gode l’estraneità di un luogo mai visitato. Non conosce nessuno li, e nessuno la conosce. Eppure un’anziana donna in abiti tradizionali, loquace ed eccentrica, l’avvicina con accalorata familiarità, affermando di rivedere in lei la figlia della sua cara amica, Rosarita, conosciuta proprio lì tanti anni prima, quando Rosarita era arrivata dall’India, come ora sua figlia, per seguire la sua vocazione di pittrice sotto la guida dei maestri locali. Bonita prova a dirle che si sbaglia: sua madre si chiamava Sarita, non Rosarita, non era mai stata in Messico e soprattutto non aveva mai dipinto in vita sua. Ma la Sconosciuta non intende ragioni e le sue melodrammatiche perorazioni aprono una breccia nelle certezze della giovane. Bonita è ora costretta a scandagliare i suoi ricordi famigliari in cerca di indizi: lo schizzo di una donna e di una bambina in un luogo non dissimile da San Miguel, scatoloni carichi di fogli poi andati perduti, una lunga assenza materna. E, benché ormai sospetti che la Sconosciuta non sia che un’Imbrogliona, accetta di lasciarsi trascinare in un viaggio dalle nuove traiettorie, attraverso la capitale e fin sulle coste del Pacifico, sulle tracce di quei maestri della pittura murale che avevano saputo ritrarre la violenza della Rivoluzione messicana proprio come i pittori indiani avevano fatto con gli orrori della Partizione. Storia e fantasia, realtà e mistificazione, memoria e invenzione, un viaggio spazio-temporale che a ogni tappa ridisegna i suoi riferimenti e le sue verità, giù giù fino al legame forse inconoscibile, ma certo immobile, di una madre con sua figlia. A più di un decennio dall’uscita di “L’artista della sparizione”, Anita Desai torna in libreria con questo romanzo breve dalla prosa delicata ed essenziale, capace di sfruttare il potenziale dell’allusivo e dell’enigmatico e caratterizzato dalla medesima eleganza a cui la grande autrice ha abituato i suoi lettori.
L'istituto per la regolazione degli orologi
Ahmet Hamdi Tanpinar
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 464
“L'Istituto per la Regolazione degli Orologi”, come tutti i grandi romanzi, è un libro che contiene un mondo. E lo si può percorrere in direzioni diverse trovando sempre qualcosa di nuovo. Intanto è il più bel libro su Istanbul, raccontata dal primo Novecento durante l'Impero Ottomano, con il fascino dei grandi e antichi palazzi abitati da personaggi quantomeno stravaganti, fino alla modernizzazione degli anni Quaranta e Cinquanta. Poi è una satira degli «enti inutili», della burocrazia metafisica, della cialtroneria indissolubilmente intrecciata alla grande saggezza. Ed è la storia di un bellissimo personaggio, Hayri Irdal, alle prese con il tempo fin da quando ragazzino era l'aiutante di bottega di un orologiaio, o anche prima visto che la sua esistenza è segnata fin dall'inizio, e per sempre, da una vecchia pendola di casa. Prefazione di Andrea Bajani.
Le domande proibite
Éric Chacour
Libro: Libro in brossura
editore: Guanda
anno edizione: 2025
pagine: 288
Tarek ha dodici anni quando impara a non fidarsi delle domande semplici. Come il giorno in cui il padre gli chiede che macchina vorrebbe da grande. Una scelta che deciderà il suo destino: per potersi permettere una Cadillac infatti Tarek dovrà avere un buon lavoro. Sono gli anni Sessanta, quelli in cui il presidente Nasser vuole fare dell'Egitto il più grande paese del mondo e i genitori di Tarek hanno deciso che lui ne sarà il medico più prestigioso. Nella sua villa in un ricco quartiere del Cairo, dove vive sotto lo sguardo delle donne di casa – l'autoritaria madre, la sorella Nesrine, sua confidente, e Fatheya, la domestica custode dei segreti di famiglia – Tarek sembra assolvere a quello che tutti si aspettano da lui, eredita lo studio medico del padre e si sposa. Ma l'incontro con il figlio di una paziente cambierà ogni cosa. Vinto dal fascino di Ali e sedotto dalla sua assoluta libertà, Tarek si lascia conquistare da un amore proibito, che stravolgerà la sua esistenza. Con l'inizio del nuovo millennio, Tarek è a Montréal e ha tagliato ogni contatto col suo Paese. Non sa che qualcuno sta mettendo insieme i brandelli della sua storia, per ricostruire un passato oscuro che tutti sembrano voler cancellare. Delicato, sensuale e impietoso, il romanzo d'esordio di Éric Chacour ci porta al Cairo, negli anni cruciali tra la Guerra dei sei giorni, l'omicidio di Sadat e gli sconvolgimenti degli anni Duemila. E lo fa con il racconto di una famiglia e dei legami spezzati dal peso delle convenzioni, della vergogna e dei non detti. Il racconto di un amore impossibile e di un uomo alla ricerca della propria verità.
Il sapore delle bacche selvatiche
Ulrika Lagerlöf
Libro: Libro in brossura
editore: Corbaccio
anno edizione: 2025
pagine: 352
Fra passato e presente, una grande storia di amore e di coraggio. In una fredda giornata di gennaio del 1938, Siv, diciassette anni, si trova davanti alla porta della baracca dove abiterà nei mesi successivi. I raggi del sole invernale non riescono a penetrare nella foresta fitta e buia della contea di Västerbotten, nella Svezia settentrionale. Il sogno di diventare maestra si è infranto contro i problemi economici della famiglia e quello che la aspetta è un lavoro come cuoca al servizio di dieci uomini impiegati nell'industria forestale, fino a primavera inoltrata. All'inizio tutto è traumatizzante: la fatica, l'isolamento, la frustrazione di una situazione che le è stata imposta. Tuttavia, a poco a poco, scopre anche il piacere di governare una casa in autonomia in mezzo a estranei che la trattano con rispetto, e la bellezza di una natura forte e incontaminata, abitata solo da loro e dalle renne che pascolano nelle radure. E la vita che sembrava non poterle offrire più niente di bello la sorprenderà con un incontro speciale. Più di ottant'anni dopo, Eva viene inviata dall'azienda del legname in cui lavora a trattare con gli ambientalisti e le locali comunità sami, che si oppongono al disboscamento programmato a Djupsele, negli stessi luoghi dove era vissuta sua nonna Siv, da cui ha ereditato un terreno. Lei per prima pensa di poter sfruttare a vantaggio dell'azienda le sue conoscenze del luogo, e ottenere il permesso di tagliare gli alberi in quell'area. Ma ben presto comincia a ricevere delle minacce che vanno oltre le contestazioni previste. E, contemporaneamente, ritrova persone che non frequentava più da tempo e che la inducono a ripercorrere la storia della sua famiglia, fino a una scoperta del tutto inaspettata che la cambierà profondamente. Basato su una storia vera, Il sapore delle bacche selvatiche ha il potere di immergere il lettore nei colori, nelle luci e nei profumi di foreste secolari, e nei sentimenti di donne forti, di ieri e di oggi, capaci di lasciarsi andare alla passione e di decidere del proprio destino.