Narrativa moderna e contemporanea (dopo il 1945)

Un crudele assassinio ad Atene: quattro ragazzi che giocano a biliardo, una foto che porta un maresciallo dei carabinieri a concentrarsi su un paese della provincia veneziana. Muovendosi tra una realtà fatta di lavoro e frustrazioni, chiesa ed ipocrisia, dove una parte di gioventù fa la spola senza scopo tra la fabbrica e il bar, facendo scoprire al lettore un nord est meno dinamico e più noioso. Un palcoscenico monotono, che stride con il netto contrasto offerto dal mondo della televisione, dei facili guadagni, della notorietà raggiunta senza fatica, in una provincia veneziana, squassata dall'urbanizzazione selvaggia che ha portato al suo definitivo collasso, rivoltando in una sola generazione l'assetto paesaggistico contadino costruito in centinaia di anni. Un ambiente dove la voglia di riscatto delle generazioni passate sembra essere svanita, e l'unico desiderio di chi avanza sembra essere l'idea di possedere, costi quel che costi.

Una protagonista innominata, una Cuneo futurista, un padre "genio del male" e Lucia, la donna dolce e combattiva che spaccia cultura davanti alla stazione dei treni, sono i pilastri più o meno grotteschi di una critica aspra e tagliente, anche nello stile, che percorre l'intero racconto e che è rivolta a una società futura, frutto acerbo di questo presente. L'accettazione passiva della maggior parte degli uomini da un lato e l'esempio concreto della possibilità di un'esistenza differente e più umana dall'altro, conducono l'io narrante a una scelta di vita drastica ma consapevole: avere un sogno.

In questo libro racconto il trauma subito, le sofferenze passate e i percorsi terapeutici che ho potuto svolgere e che mi hanno permesso di ritrovare il benessere perduto e la gioia di vivere. Il manoscritto si compone di due parti:la prima parte è il romanzo, la storia vissuta dalla protagonista Sophia, che sarei io e la sua realtà familiare; la seconda parte si compone del percorso terapeutico svolto attraverso gli insegnamenti di una terapeuta "MayaJai" (che sarei sempre io), dei suoi insegnamenti e delle tecniche per realizzarlo, per cui si tratta di una parte tecnico professionale. Attraverso la sua lettura ognuno potrà svolgere il medesimo percorso grazie all'apprendimento dei principi esposti e degli esercizi pratici. Si tratta di tecniche come la meditazione e i principi che regolano le terapie naturali. Un romanzo che racchiude in sé un percorso di guarigione interiore.

A volte poter fare il padre è difficile. Ecco la testimonianza di Giuseppe Franco Cappa che passa due anni difficili tra udienze e avvocati per poter riconoscere legalmente i suoi figli, il tutto raccontato in prima persona dallo scambio di e-mail tra lui e la sua amica Cori e tra lui e la madre dei suoi figli. Giò, in tribunale contro l'ex compagna per difendere il diritto ad essere padre, si invaghisce di Era, una collega di lavoro. Licenziato con l'accusa di stalking, scopre che le due donne si sono alleate. Un romanzo duro sulla vita giudiziaria di un uomo qualsiasi narrato attraverso un fitto epistolario.

Amare un uomo? Se l'amore per gli uomini fosse una cosa simbolica, egli è una metà che cerca un'altra metà e cioè il simbolo corrispondente. Una ricerca che nel tempo porta l'uomo a riconoscersi in un affetto reciproco fatto di cose spontanee, fino ad arrivare a mitizzare l'amore stesso. E mentre alcuni seguivano questa strada, altri cercavano di castigare questi uomini senza distruggerli. E quando l'amore dei miti fu sostituito dall'amore dei film, le protagoniste diventarono le maschere in un carosello di esercizi, di evoluzioni e giochi amorosi. Caroselli di maschere che quando incontravano l'amore vero lo castigavano, per poi continuare per la propria strada. Gli uomini cosi avevano una loro strada sulla quale castigavano la verità con dei caroselli fantastici e prodigiosi. Ma una notte comparve una stella in questa cinelandia. La sua luce riuscì contendere alla città il suo modo di incantare la gente. La sua idea da contrapporre ai film prodotti da questi commercianti avari, era il suo amore.

Gli anni passati, l'alba e poi il giorno, scorci di case. Paesaggi illustrati sapientemente. Ecco il suo mondo, il mondo di Maria Pia Dipace che si apre agli altri e nulla deve celare. Tutto è trasparente, immediato e la riflessione poetica ci incanta. È il suo viaggio, ma è anche il nostro. Lì le colline di Quarrata, lì le case del paese. Poi c'è la memoria, il dolore struggente per le perdite care. Ma nulla è davvero perso in questa poetessa, tutto è custodito con grazia e soavità dentro il suo cuore. Il cuore di una donna che sa amare.

L'autore descrive, inquadra: effettua uno zoom su una galleria di personaggi del tutto verosimili. C'è il piacere sottile dell'analisi: la situazione buffa, quella drammatica. Il personaggio di turno abilmente descritto. Una folla di "gente" si muove: anime e corpi che rappresentano la galleria del nostro vivere. L'ironia è un filo sottile che unisce tutte le storie: il lettore sarà sedotto, travolto, ammaliato. Non si può restare indifferenti, tale è l'abilità narrativa di Raffaele Galiero. Qui una posa del teatro napoletano, lì un ricordo di una discussione da "basso".

Questo libro è costruito con un tessuto leggero, delicato, l'etereo tessuto dell'anima. Non ci sono nascondigli: l'anima dell'autrice si apre e illumina i lettori. Il dramma, la realtà quotidiana, la degenza, la malattia del marito, tutto così forte, tutto così lieve. Maria Grazia Pilotto ha intessuto la tela di questa trama narrativa con la delicatezza di chi sa amare. Le pagine hanno un contenuto drammatico, ma la grazia dell'autrice rende tutto facile, leggero. L'amore, questo il tema centrale, l'amore che asciuga le lacrime, che solleva le coscienze, che rinfranca. C'è la fede, ma essa è celata dentro il grande manto dell'amore che tutto avvolge.

Angelo Cassanelli confessa di essersi avvicinato alla scrittura per esigenza personale, per un bisogno impellente di comunicare, non riuscendo a superare l'essere straniero, il suo vivere al margine sociale. Si, lui, come migliaia di connazionali, come milioni di stranieri comunitari e soprattutto extracomunitari, si è integrato nella società tedesca, parla la nostra lingua, ha sposato una nostra connazionale, ha il merito di aver studiato e imparato a parlare bene il tedesco eppure, nella lettura dei suoi racconti, si sente il disagio e l'inquietudine del vivere all'estero. Solo la scrittura gli consente di superare una crisi di estraneità verso il mondo tedesco, estraneo come lingua, cultura, educazione o modo di concepire la vita.

Come trascorre la vita su una nave da crociera? Sembra un'esperienza entusiasmante solcare mari profondi e visitare isole incantate, conoscere gente nuova e vivere avventure occasionali o magari incontrare l'amore della propria vita. Sembra così se si considera la vicenda dal punto di vista di un passeggero che trascorre una sospirata settimana di vacanza su una nave da sogno. Ma se ad esaminare la circostanza fiabesca è chi sulla nave lavora in qualità di addetto al service o, se si preferisce, come cameriere factotum, allora il sogno diviene realtà, tragicomica se non perfino amara.

Un fuoco arde e accende le pagine di questo diario. Il fuoco della passione. Una donna forte, ma ugualmente fragile, a tratti contraddittoria, ma che non nasconde a se stessa le sue sofferenze. Un racconto vero, come il dolore che a tratti l'assale: "Strada perennemente in salita piena di ciottoli. Il respiro viene a mancare, il cuore scoppia in un pianto disperato". Ma non c'è resa, c'è la voglia di scandagliare i segreti fino a capire. Eccolo il dramma di una donna che si scopre moglie innamorata, madre premurosa, ma che cela un segreto, l'amore per un altro.

Un ragazzo intraprende un viaggio. Non teme nulla. Ha con sé l'età incosciente e l'acerba visione del mondo. Approda in una terra senza confini, si scontra con una parte del mondo che lo stesso mondo occulta. Trova un cielo grigio che muta più rapidamente del battito di ciglia, un oceano che lo cattura, una cattedrale che gli fa paura, una tomba che vuole essere prima scovata e poi scavata da mani leali. E grazie all'arma più potente, la fantasia, s'inventa un'esistenza che diventa simbolo di tutte quelle dimenticate. Decide quindi di affidarsi al fato e lasciare a esso l'ultima parola, perché l'unica cosa che conta è avere aperto il cuore a chi bussava donandogli la terra dell'eterna giovinezza.