Letteratura: storia e critica
Pantagruel. Volume Vol. 3
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2023
pagine: 352
"“Assaliti dalla notizia che Franco non sarebbe più stato con noi e presi da un senso di impotenza e rabbia, ci siamo chiesti che fare. Nulla si poteva fare, nulla c’era da fare, naturalmente. Questo numero di “Pantagruel” nasce in quelle ore e cela appena il senso di una cosmica impotenza, sotto le spoglie di un preteso omaggio. Omaggio di cui Franco non ha certo bisogno, e che serve – come ogni omaggio post mortem – più a chi lo fa che a chi ne è oggetto. […] Pantagruel. Franco Battiato – secondo numero di una rivista aperiodica che fiorisce sulle radici di Panta – nasce in questo vortice, per tentare di stare nell’occhio del ciclone, in uno stato di calma apparente. Forse a questo servono i libri, a stare, per qualche istante, nell’occhio del ciclone, sottraendoci per qualche centimetro alla tempesta, che imperversa un poʼ più in là. Abbiamo chiesto una testimonianza ad amici di Franco Battiato, ma anche a persone che Franco Battiato non lo hanno mai frequentato, cercando di uscire il più possibile dal mondo della musica, dove forse era più facile (ma non è detto) trovare riscontri. L’auspicio – almeno nelle intenzioni – era quello di cogliere in che punto, e come, l’arte di Franco Battiato avesse toccato la vita di un altro artista e, magari, l’avesse cambiata, per sempre. […] Così era nelle nostre intenzioni. Poi la vita si è occupata di tessere trame per sabotare le intenzioni, che in parte rimangono rispettate e in parte si arricchiscono, contraddicendosi. Ma una rivista vive anche di queste contraddizioni e, anzi, è giusto che le assecondi.” [Dall’introduzione di Elisabetta Sgarbi e Eugenio Lio] Con i contributi di: Fulvio Abbate, Mario Andreose, Antonio Ballista, Franco Battiato, Carlo Boccadoro, Padre Guidalberto Bormolini, Angelo Bozzolini, Angelo Branduardi, Pietrangelo Buttafuoco, Roberto Cacciapaglia, Giordano Casiraghi, Marco “Morgan” Castoldi, Francesco Cattini, Michel Faber, Alessio Forgione, enrico ghezzi, Bruno Giurato, Alessandro Gnocchi, Antonio Gnoli, Luigi Guarnieri, Giordano Bruno Guerri, Igort, Silvana La Spina, Vincenzo Latronico, Eugenio Lio, Mario Martone, Melania G. Mazzucco, Nuccio Ordine, Pino Pischetola, Giuseppe Pollicelli, Antonio Rezza, Stefano Senardi, Francesca Serafini, Elisabetta Sgarbi, Vittorio Sgarbi, Luca Volpatti.
Tasso
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2023
pagine: 320
Il volume propone un bilancio scientificamente aggiornato ed efficace sulla figura e sulle opere di Torquato Tasso, fornendo allo stesso tempo un inquadramento dell'autore nella cultura del secondo Cinquecento. Lo sforzo unanime di autori e autrici è soprattutto mirato a superare letture ormai attardate e reiterate in modo inerziale, che vedono ancora in Tasso il malinconico e umbratile cantore della stagione della Controriforma, secondo una prospettiva interpretativa che contrappone una prima stagione, caratterizzata da esiti creativi felici, a una seconda, contraddistinta da una progressiva e irrimediabile decadenza. Il libro va quindi nella direzione di un auspicato rinnovamento critico e interpretativo, nella convinzione che a un esame ravvicinato, condotto in primo luogo per via filologica, attraverso lo studio dei manoscritti e della tradizione delle opere, la figura di Tasso possa assumere un diverso colore. Alla luce di queste considerazioni, il volume è stato organizzato in modo da fornire allo studioso e al lettore una mappa dei principali fronti dell'impegno tassiano, seguendo una linea latamente cronologica, dai poemi giovanili sino alle ultime opere, aggiungendo al quadro percorsi di attraversamento tematico dell'intera produzione letteraria (lingua e stile, la biblioteca, il sacro).
James Joyce e il presente
Hermann Broch
Libro: Libro in brossura
editore: Passigli
anno edizione: 2023
pagine: 96
Il 2 febbraio del 1922, quarantesimo compleanno di James Joyce, l’amica libraia e editrice Sylvia Beach gli consegnava le prime copie di Ulysses, il romanzo che lo aveva tenuto impegnato per diversi anni e che aveva incontrato non poche tribolazioni per essere pubblicato, a causa della censura. Questo romanzo fu in qualche modo concepito fin da subito come uno spartiacque nella narrativa contemporanea, e tra i primi a rendersene conto fu lo scrittore austriaco Hermann Broch, che dieci anni più tardi, in occasione del cinquantesimo compleanno del grande scrittore irlandese, gli dedicò una conferenza che divenne poi nel 1936, opportunamente integrata, il saggio James Joyce e il presente. Broch è tra i primi a capire che la complessità della narrativa di Ulisse non deriva da meri espedienti stilistici, ma sta alla base di una coerente ricerca espressiva che ricapitola e sintetizza un’epoca intera: la psicanalisi freudiana (che pure Joyce avversava), la relatività einsteiniana, la nuova musica, le arti delle avanguardie. Da questo punto di vista, Joyce con il suo Ulisse rappresentava un modello anche per lo scrittore austriaco, perché – come possiamo leggere nella prefazione di Luigi Forte che accompagna questa nostra edizione – «il suo omaggio a Joyce è in realtà una profonda e potenzialmente innovativa riflessione sul proprio percorso», e non a caso «le sue riflessioni sull’Ulisse sottolineano una serie di prospettive al centro della sua stessa poetica: l’idea di letteratura in generale come strumento gnoseologico in grado di riconnettere un universo frammentato e il concetto di totalità che sembra essere il fine ultimo della creazione artistica, grazie a cui l’arte diventa specchio dello spirito universale di un’epoca». Prefazione di Luigi Forte.
La letteratura della Guerra dell'Asse. Memoria italiana, autoassoluzione, responsabilità (1945-1974)
Guido Bartolini
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2023
pagine: 260
Il libro offre il primo studio approfondito dei modi in cui la letteratura italiana del secondo dopoguerra ha rappresentato le guerre di aggressione e i regimi di occupazione dell'Italia fascista durante la Seconda guerra mondiale, una serie di eventi che vengono qui chiamati “Guerra dell'Asse”. Grazie a una metodologia innovativa, che combina teorie dei memory studies, storiografia, narratologia e critica tematica, il volume delinea un viaggio testuale lungo tre decenni che attraverso lo studio di figure di ripetizione quali topoi, temi e masterplots esplora il contributo delle opere letterarie alla formazione di una memoria della guerra e del fascismo. Passando in rassegna i numerosi contenuti etici di questa spesso dimenticata letteratura di guerra, il testo indaga il rapporto fra letteratura e memoria collettiva chiedendosi fino a che punto la letteratura della Guerra dell'Asse sia stata in grado di aiutare i lettori a sviluppare un senso di responsabilità per i crimini del passato.
La più antica immaginazione. Leopardi e l’ebraico
Miriam Kay
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2023
pagine: 200
Nel corso dei suoi studi giovanili, Leopardi si avvicinò alla lingua ebraica tra la fine del 1813 e l’inizio del 1814, negli stessi mesi in cui avviò l’apprendimento del greco. Se però dei suoi studi classici si ha un quadro chiaro, del suo rapporto con l’ebraico si sa decisamente meno. La lingua veterotestamentaria esercita negli anni un’influenza silenziosa ma profonda, agendo carsicamente dalle prime prove di traduzione fino al Ciclo di Aspasia. Leopardi studia l’ebraico da autodidatta, affidandosi a grammatiche, lessici e bibbie poliglotte presenti nella biblioteca paterna; nel 1816 questa conoscenza libresca si misura con la traduzione dei Salmi e del Libro di Giobbe, senza che questi tentativi vedano mai la luce. Sarà solo con la scrittura multiforme e stratificata dello Zibaldone che Leopardi si confronterà realmente con questa lingua, mettendo a frutto le competenze critiche e filologiche acquisite: dell’ebraico ci consegna un’immagine aurorale e suggestiva, a partire dalla sua morfologia povera, dalle sue strutture grammaticali imprecise, fino ad arrivare a una visione che abbraccia lo stile della poesia biblica in tutta la sua forza immaginifica. La sublimità delle espressioni salmistiche, della loro sovrabbondanza vitale, e il potenziale evocativo degli episodi biblici, cari a Leopardi sin dall’infanzia, si fondono nello stile imperfetto di questa lingua e dei suoi testi, risalenti all’alba della scrittura e dunque della civiltà, ancora fanciulli e portatori di una creatività inesauribile.
Il visconte cibernetico. Italo Calvino e il sogno dell'intelligenza artificiale
Andrea Prencipe, Massimo Sideri
Libro: Libro in brossura
editore: Luiss University Press
anno edizione: 2023
pagine: 108
Italo Calvino non è stato soltanto un geniale narratore dalla fantasia sconfinata e un acuto commentatore del presente. Neppure il suo impegno nel mondo editoriale e culturale, la sua dedizione politica e sociale e la sua pugnace presenza nel dibattito sono sufficienti a definire la grandezza e l'estensione della sua influenza. Calvino, infatti, nella intera sua opera ha proposto un vero e proprio metodo - il "Metodo Calvino" qui descritto - che lavorando sugli opposti, la più completa pienezza e l'assoluto vuoto, la leggerezza e la gravosità, la precisione e la più vaga inesattezza, funge da passepartout capace di decrittare ogni complessità. Il "Metodo Calvino", secondo Prencipe e Sideri, è anche la chiave appropriata per comprendere l'era che viviamo, anch'essa fatta di opposti, di benessere diffuso e di tremende disuguaglianze; di profondo, rapidissimo cambiamento e della resistenza umana allo stesso. Con Il visconte cibernetico gli autori mettono l'insegnamento di Calvino alla prova della tecnologia - in particolare, dell'intelligenza artificiale e delle sue implicazioni. Arricchimento dell'umanità o rischio esistenziale? Facilitazione o banalizzazione della conoscenza? Ancora opposti che convivono e che bisogna conoscere per poter maneggiare, con serietà e leggerezza, il nostro stesso futuro.
Natura, sensi, sentimenti. Prospettive critiche sulla poesia italiana del XX e del XXI secolo
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2023
pagine: 346
Raccogliendo studi di specialisti e di giovani ricercatori, questo volume intende fornire un contributo critico di ampio respiro sulla funzione e sul senso che la natura, i sensi e i sentimenti esercitano sulle scritture poetiche italiane del XX e del XXI secolo. L’opera è suddivisa in tre parti: la prima propone una serie di studi (tra gli altri, su Fernanda Romagnoli, Luciano Cecchinel, Antonia Pozzi, Margherita Guidacci) focalizzati sul rapporto tra scrittura poetica e natura intesa come paesaggio, come misura di senso o ancora come traccia residuale capaci di generare orizzonti poetici ed estetici inediti. Nella seconda, dedicata ai sensi, sono raccolti studi su poeti (Attilio Bertolucci, Vittorio Sereni, Giorgio Caproni e altri poeti esordienti negli anni Ottanta del secolo scorso) che fondano la loro poetica sulle percezioni (olfattive, sonore, visive) al fine di riattivare processi legati alla memoria, al ricordo o ancora a epifanie in grado di tradursi in veri e propri spazi di senso. Infine, nella terza parte si propongono studi incentrati sulla nozione del sentimento (l’amore, il dolore) che, nelle poetiche, fra gli altri, di Ungaretti, Volponi, Valduga e Maccari, permette di tracciare nuove geografie interiori, forme di teatralizzazione del paesaggio o addirittura “canzonieri” in cui il sentimento si pone come dispositivo attraverso cui relazionarsi a sé e all’altro. In questo lungo itinerario poetico in cui la scrittura poetica rappresenta, sente e riflette sulla natura, sul sé, sull’altro, sull’altrove, il volume contribuisce a tracciare nuove ipotesi poetiche ed estetiche nello studio della poesia italiana del XX e del XXI secolo.
«Né tempo mai, né rugine l’avulse». Proposte per una rilettura di Erasmo di Valvasone: canone, genere, diversità, ecologia
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2023
pagine: 170
Lo sforzo interpretativo compiuto da un’équipe di studiosi in occasione del quarto centenario della morte del poeta ha aggiunto delle novità sostanziali e consolidato alcune acquisizioni; tuttavia, almeno due questioni capitali restano ancora inevase, a velare la nostra conoscenza di questo autore relativamente poco frequentato dagli studiosi, seppur degno di attenzione. Il critico di oggi non può esimersi dal tentare di posizionare questo alfiere dei generi minori e del Barocco nella scacchiera della letteratura nazionale (italiana, oltre che della Serenissima) e di interrogare la sua opera con degli strumenti esegetici d’avanguardia. Seguendo queste due direttrici, i saggi raccolti nel presente volume si sono cimentati nel compito di levare un po’ di ruggine e, così facendo, di incentivare la transizione degli studi erasmiani verso nuovi orizzonti. La figura che emerge nel complesso è quella di un intellettuale dai vari volti. Inserito nei più importanti salotti veneziani e fine conoscitore delle auctoritates (dai classici greci e latini ad Ariosto), Erasmo si dedica incessantemente alla ricerca della gloria, cimentandosi sia in progetti di immediato tornaconto, sia, negli anni della maturità, in più complesse e autonome imprese di ben più alta caratura e dignità artistica.
Il palazzo e il cantimbanco
Piero Camporesi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2023
pagine: 184
"Il palazzo e il cantimbanco" è il ritratto lucido e curioso che Piero Camporesi ci offre della vita e delle opere del cantastorie Giulio Cesare Croce, il padre delle avventure di Bertoldo e Marcolfa. Un viaggio attorno a una figura poco nota che è soprattutto un’immersione in un’epoca e un’Italia lontane e misteriose. Per comprendere chi era Croce bisogna infatti partire dalla Bologna del Seicento. Dai suoi vicoli e dai suoi antri, dalle sue piazze e dalle sue lunghe torri, dalla sua marginalità rispetto ai grandi scacchieri del potere e della guerra e dal suo inedito crogiolo socioculturale, in cui artisti e scienziati, stampatori e lettori, popolani e potenti vivevano gomito a gomito. Ed è in questa Bologna che Piero Camporesi inizia la sua ricerca di aneddoti e documenti su Croce, figura perfettamente calata nel suo tempo eppure eccezionale, giocoliere della parola, funambolo della lira, inarrestabile compositore di ballate, canzoni, poesie e novelle, divenuto celebre presso il popolo e le corti di tutta Italia. Recuperando fonti minori, ma rifacendosi anche alle stesse opere di Croce, Camporesi riesce a tratteggiarne la natura più intima e a tessere i tanti fili che lo collegano con i suoi concittadini fino a immaginarne pensieri e ambizioni, paure e credenze, spesso nascosti dietro le maschere dei suoi personaggi più popolari. Queste pagine rappresentano l’incontro faccia a faccia con un letterato anomalo, che da un’umile origine – figlio di fabbri e fabbro a sua volta – raggiunse con la sua penna le dame e i principi più raffinati rimanendo sempre in bilico tra l’alta poesia e l’intrattenimento più crasso, tra l'arte e il mestiere, tra il palazzo e l’osteria.
La bella rima che fiorisce tra i versi. H. F. Longfellow e Dante
Vincenzo Salerno
Libro: Libro in brossura
editore: Francesco D'Amato
anno edizione: 2023
pagine: 160
«Un giovane di statura media, scuro, malinconico, pensoso in volto. Ha grossi occhi, il naso aquilino, il labbro inferiore pronunciato, folti i capelli e la barba, nera e crespa. Il suo incedere è sicuro e solenne. Indossa una tunica lunga e morbida, sandali ai piedi e in testa una berretta dalla quale due fasce larghe scendono fino alle spalle. Questi è Dante». Dante, di Henry Wadsworth Longfellow, fu scritto agli inizi del 1838 – durante gli anni dell'insegnamento universitario a Harvard – e pubblicato, per la prima volta, nella ristampa (datata 1857) del volume di testi in prosa Outre-Mer, come capitolo degli Essays on the Italian and French Languages and Poetry. Le stesse pagine furono successivamente riproposte – in forma autonoma di saggio – nell'edizione definitiva della versione della Divine Comedy che Longfellow consegnò alle stampe nel 1867; collocate in apertura del quarto volume, insieme con altre "literary illustrations" a corredo dell'opera resa in lingua inglese. Sulla falsariga di una biografia romanzata, Longfellow arricchisce il 'ritratto dantesco' con precisi riferimenti al tempo in cui il poeta fiorentino visse, «un'epoca di violenza, quando a prevalere era la legge della forza»; ricostruisce la tradizione letteraria italiana antecedente a Dante, dal «primo dei poeti italiani» Ciullo d'Alcamo fino a Guido Guinizzelli e a Guido Cavalcanti; rimanda alle sue opere più importanti, con particolare attenzione alla Divina Commedia. Alla traduzione italiana del saggio di Longfellow si aggiungono, in questo volume, sette sonetti d'ispirazione dantesca: i sei componimenti che il poeta americano premise alle Cantiche della sua Divine Comedy e un ulteriore 'ritratto' in versi del "Toscano", che «pellegrino» va «per i regni oscuri».
Quaderni montaliani. Volume Vol. 3
Libro: Libro in brossura
editore: Interlinea
anno edizione: 2023
pagine: 168
Il terzo annuario montaliano presenta due nuove acquisizioni per il Montale poeta: l'edizione di un inedito assoluto in versi, individuato tra le carte del Centro Manoscritti di Pavia; e la fondata attribuzione a Montale delle versioni poetiche per una celebre messa in scena del Sogno di una notte d'estate al primo Maggio Musicale Fiorentino del 1933. Completa la sezione Testi la pubblicazione di quattro lettere di Montale a Mario Luzi. La sezione Saggi e note si apre con uno studio su Montale traduttore; seguono la ricostruzione di un reportage, apparso sul "Corriere della Sera" sulle città degli scrittori e corredato con il recupero di un articolo disperso, e l'appuntamento con la prospettiva di un poeta, in questo caso Enrico Testa. Chiudono il fascicolo la bibliografia relativa al biennio 2011-2012 e le recensioni. In limine un ricordo di Bianca Montale, preziosa e generosa interlocutrice degli studi montaliani.
Saffo, Archiloco e altri lirici greci. Con due Inni di Callimaco e due saggi critici
Manara Valgimigli
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2023
pagine: 204
«Avrei voluto tradurre in versi: confesso che mi ci sono provato; e non mi è riuscito. O mi veniva fuori il solito endecasillabo, un po’ composito, col suo suono che trovavo bell’e fatto, che mi riecheggiava dal di fuori, e perciò non aderiva mai o quasi mai al mio animo, e, peggio, mi urtava e feriva; oppure un endecasillabo rotto senza compagine, con tante sillabe numerate e disposte a gruppi, che hanno aspetto di versi all’occhio soltanto, e si potrebbero scriver di seguito come prosa, e non sarebbero nemmeno prosa. Soddisfare all’orecchio o all’occhio non basta per fare poesia. [...] Ho tradotto come sempre si traduce quando si legge, anche se da scrittori e poeti di lingua non aliena; che uno si abbandona al suo poeta, e lo segue, e tra sé lo ridice, e nel travaglio stesso dell’intendere, più acuta intende e sente, l’espressione propria. [...] E contentarsi così, senza essere soddisfatti mai». (Manara Valgimigli)