Libri di Teresa Campi
Renée Vivien. La Saffo della Belle Époque
Teresa Campi
Libro: Libro in brossura
editore: Odoya
anno edizione: 2023
pagine: 288
Nella Parigi di inizio Novecento, venticinque secoli dopo Saffo, in una città mondana e libertina, tra i pizzi delle gonne al Moulin Rouge e i cocktail “al vetriolo” serviti nei salotti, una poetessa sfidò il suo tempo, scrivendo versi appassionati sull’amore e sulle donne. Il suo nome era Pauline Mary Tarn (1877-1909), meglio conosciuta come Renée Vivien, una “figlia di Baudelaire”, come fu definita, che mise fine alla sua vita troppo presto, a soli trentadue anni. Riportata in auge dal femminismo degli anni Settanta come una pioniera del canto lesbico, è ora considerata una delle voci più autorevoli del simbolismo francese. Al di là di ogni vivisezione psicoanalitica, che la tratteggia come anoressica, masochista, amante della Morte a discapito della Vita, la provocazione di Renée Vivien ha ancora molto da dire a favore del canto poetico inteso come “panico del suono”. Teresa Campi, la prima studiosa italiana di Renée Vivien, restituisce finalmente un ritratto sincero di questa straordinaria donna presentandola non più come una figura misteriosa e “depravata” ma anzi come un personaggio appassionato, sullo sfondo dell’atmosfera dorata dei salotti e cenacoli delle jeunes filles de la Societé Future tra cui spiccava l’americana Natalie Clifford Barney, ricca e spavalda amante di Renée. Il loro legame, tanto sulfureo quanto doloroso, divenne il perno centrale dei delicatissimi e mistici versi della poetessa. Eccentrica e scandalosa, ma anche colta e raffinata, la “Musa delle violette” ci ha lasciato parole appassionate e tempestose, che continuano a risuonare nel tempo.
La vera storia di Edgar Allan Poe
Teresa Campi
Libro: Libro in brossura
editore: Odoya
anno edizione: 2020
pagine: 240
La chiave per decifrare il mistero Edgar Allan Poe è introvabile. La teneva in tasca lui stesso quando fu trovato riverso su un marciapiede di Baltimora: fu malmenato, derubato o assassinato? Sarebbe morto comunque perché malato? Alcolismo, depressione, perversione, mania di persecuzione: che nome dare alla sua malattia? Di sicuro ne aveva una: la Letteratura, alla quale sacrificò denaro, amore, prestigio. Il termometro della febbre si chiamava Poesia e lo scopo della guarigione Bellezza, intesa come verità, aspirazione eterna, fine ultimo dell’uomo, da ricercarsi ovunque, persino nella deformità, nel grottesco, nell’intelligenza analitica e negli abissi del cuore umano. Edgar Allan Poe fu soprattutto un veggente: anticipò la critica moderna e generi letterari come la detective story e il gotico moderno, in una società – quella americana degli inizi dell’Ottocento – priva di una cultura nazionale, che sarebbe sprofondata, da lì a poco, nella tragedia della Guerra Civile. Come autore fu disprezzato dai più; costretto ai margini come giornalista, non pubblicò mai per intero una raccolta né di racconti, né di poesie. Solo nel suo ultimo anno di vita conobbe una certa fama grazie alla poesia Il Corvo, composta come estremo “graffio” al mondo che lo ignorava. Abbandonato a più riprese dagli affetti più cari, assaporò l’amore solo per essere costretto a separarsene. In vita sua guadagnò poco più di 300 dollari e scrisse i suoi migliori racconti sotto l’urgenza della fame e del freddo: tanto gli costò il suo posto nella letteratura mondiale.
D'amore e morte. Byron, Shelley e Keats a Roma
Teresa Campi
Libro: Libro in brossura
editore: Albeggi
anno edizione: 2016
pagine: 346
Siamo nella Roma di inizio Ottocento e sullo sfondo di strade, locande, studi di artisti e salotti mondani, si intrecciano le vite, l'arte e le sorti dei tre celebri poeti romantici inglesi Lord George Gordon Byron, Percy Bysshe Shelley e John Keats. Intorno a loro la beltà e le miserie di una Roma meta agognata di artisti, antiquari truffaldini e vagabondi, una Roma sublime e desolata, cosmopolita e provinciale, con i suoi ruderi, le sue feste popolari, le sue credenze. Il soggiorno romano di Byron, Shelley e Keats a Roma offre ai tre poeti, malfamati, diseredati e semisconosciuti (fatta eccezione per Lord Byron verso cui il mondo romano nutre una spasmodica curiosità), visioni, suggestioni e pensieri metafisici, e fa da palcoscenico ad avvenimenti intimi che cambiano il loro modo di essere. Li accomuna l'esperienza della morte: Byron assiste ad una esecuzione capitale a Piazza del Popolo che lo sconvolge. A Shelley muore suo figlio William a Via del Corso, mentre Keats spira poco dopo in una pensione ai piedi di Piazza di Spagna. La voce narrante è quella un giovanotto di Copenhagen, Christian Abrahams, che arriva nella Roma degli artisti e sotto l'ala protettiva dello scultore Thorvaldsen si mette sulle tracce di Byron, Shelley e Keats, rimanendo inviluppato inesorabilmente nei loro destini.
Storia elementare
Teresa Campi
Libro: Copertina morbida
editore: Manni
anno edizione: 2006
pagine: 190
Il romanzo narra le vicende di una famiglia dell'Agro Pontino dalla fine del 1800 al 1945. Tre generazioni si alternano seguendo il filo metaforico della memoria in un contesto sociale dove anche i fatti storici, realmente accaduti, non sono soltanto sfondo per una presa di coscienza e un'adesione partecipe di chi legge.