Libri di Simone Misiani
Banche, agricoltura e Stato italiano. Un saggio introduttivo: 1861-1946
Simone Misiani
Libro
editore: Bancaria Editrice
anno edizione: 2023
pagine: 488
Città di fondazione. Comunità politiche e storia sociale
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2020
Partendo dall’idea che il modello di città ideale, storicamente sedimentato e dunque osservabile nella sua lunga durata, possa essere ancora oggi valido, il volume presenta i risultati di alcune ricerche condotte nell’ambito dell’Osservatorio internazionale geopolitico sulle città di fondazione, istituito nel 2015 a Sabaudia allo scopo di creare una rete di studiosi interessati ad approfondire le cause della nascita e del fallimento delle comunità politiche in una prospettiva diacronica e policentrica di global history. La storiografia contemporanea ha riservato al tema della «fondazione di città» un’attenzione prevalentemente tesa a smascherare il richiamo alla dimensione identitaria come mero strumento ideologico. Diversamente, in questa sede, si avanza una proposta di lettura che rileva ed enfatizza l’efficacia simbolica e concreta delle fondazioni urbane nel processo di costruzione di identità collettive prima e di democrazie nazionali poi.
La cultura economica italiana (1889-1943)
Piero Barucci, Simone Misiani, Manuela Mosca
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 160
Questo libro fa parte di un ampio progetto che mira a ricostruire la storia della cultura economica italiana tra le due guerre. Esso costituisce il complemento del precedente volume “La cultura economica fra le due guerre”, a cura di Piero Barucci, Simone Misiani e Manuela Mosca, edito nel 2015 nella stessa collana. Il volume si apre con un esame generale dell’insegnamento delle discipline economiche nelle università italiane tra le due guerre e con un’esposizione dei criteri della ricerca. Ricostruisce poi la fase di formazione degli economisti attivi nell’epoca fascista, partendo dall’analisi dettagliata dei concorsi universitari che si svolsero nelle discipline economiche nel crepuscolo dell’età liberale (1889-1924), e proseguendo con un’indagine sul rapporto tra i concorsi universitari e la modernizzazione della classe dirigente nell’età del fascismo (1925-1943). Gli autori presentano infine una linea interpretativa teorica, quindi generale o generalizzabile, del rapporto tra la teoria e la politica economica nel periodo. Il fattore cruciale di mediazione in questo rapporto è individuato proprio nella cultura economica, intesa come sapere socialmente diffuso, che quindi costituisce una chiave fondamentale per la comprensione della storia d’Italia, oltre che della sua realtà contemporanea. Il libro è corredato da appendici che contengono materiale relativo ai commissari, ai candidati e ai vincitori dei concorsi nelle discipline economiche, ai criteri seguiti e ai conflitti sollevati da quelle selezioni, oltre agli strascichi polemici sulla stampa dell’epoca.
La cultura economica tra le due guerre
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2015
pagine: 572
Il volume fa parte di un ampio progetto che mira a ricostruire la storia della cultura economica italiana tra le due guerre. Tesi dei curatori è che la cultura economica, intesa come diffuso e condiviso sapere, costituisca una chiave fondamentale per la comprensione della storia d'Italia, oltre che della sua realtà contemporanea. Si tratta di un'idea di cultura economica che unifica i contenuti ai metodi, alle rappresentazioni ed ai valori. Questo libro propone un'interpretazione generale del periodo tra le due guerre con riferimento ai temi dibattuti, alle istituzioni ed ai protagonisti. In particolare il mondo accademico è visto come il luogo nel quale viene elaborato un linguaggio scientifico che si confronta in modo dialettico con la comunicazione politica e con la ricerca del consenso. I saggi che compongono il volume si interrogano, da angoli visuali diversi, sulla penetrazione dell'ideologia del corporativismo nel mondo accademico e nelle altre istituzioni. Il quadro che emerge è composito e complesso, e sfugge ad una lettura univoca e uniforme. In sintesi, la cultura economica italiana fu influenzata da un lato dalla grande evoluzione dell'economia teorica ed applicata, e dall'altro dalle dinamiche interne alla storia del Regime. Si accrebbero le differenze geografiche tra il centro-nord e il Mezzogiorno, malgrado quest'ultimo fosse collegato a importanti realtà universitarie come Napoli e Bari.
Il sindacalismo federale nella storia d'Italia
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2001
pagine: 224
La via dei «Tecnici». Dalla RSI alla ricostruzione: il caso di Paolo Albertario
Simone Misiani
Libro
editore: Franco Angeli
anno edizione: 1998
pagine: 208
Il volume esamina la posizione dell'economista Paolo Albertario durante la Repubblica di Salò. Direttore generale del Ministero dell'agricoltura della Rsi, utilizzò il suo ruolo per tutelare i bisogni alimentari dei civili, contro gli interessi dei militari rappresentati dal Governo di occupazione nazista, fornendo appoggio alla Resistenza, nelle file del Partito socialista a cui aveva nel frattempo aderito. Terminata la guerra e nominato Ministro dell'agricoltura del governo del Clnai partecipò da protagonista alla Resistenza.
I numeri e la politica. Statistica, programmazione e Mezzogiorno nell'impegno di Alessandro Molinari
Simone Misiani
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2007
pagine: 324
Questo volume può essere considerato la prima biografia di Alessandro Molinari. L'autore, basandosi su una documentazione inedita, ricostruisce l'itinerario intellettuale e civile dello statistico, collegando la sua carriera nelle istituzioni all'evoluzione del quadro politico interno e internazionale, dai primi anni Venti alla nascita della programmazione economica. La statistica costituisce la cifra di una visione riformatrice in cui la scuola liberale di Einaudi si incontra con il socialismo di Turati. Sono gli anni del miracolo economico, l'Italia compie la scelta a favore della politica di industrializzazione del Mezzogiorno e la discussione verte sullo Schema Vanoni e sul varo di riforme di struttura atte a dare un carattere equilibrato e duraturo allo sviluppo in corso e alla affermazione della società dei consumi. Il principale contributo offerto dalla statistica in questi anni è riassumibile nell'apporto offerto al calcolo del reddito nazionale, che avrebbe dovuto fornire un quadro di regole certe entro cui orientare le politiche di sviluppo e che, però, non trovò spazio nell'indirizzo dato alla programmazione economica. Intorno a questo snodo cruciale nella storia dell'Italia repubblicana si consuma la sconfitta del riformismo dei tecnici e si apre la strada a un'idea della programmazione economica basata sul principio del "deficit spending", più funzionale ll'affermazione del primato dei partiti di massa.
I visitatori dei poveri. Storia della società di S. Vincenzo de' Paoli a Roma. Volume 3
Simone Misiani
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2005
pagine: 371
Il libro, terzo volume dedicato alla storia della Società di S. Vincenzo de' Paoli, sorta a Parigi nel 1833 e diffusasi in tutto il mondo, prende in esame la vicenda del sodalizio a Roma nel XX secolo. In questo periodo in cui giunge ad esaurimento la controversa questione romana tra lo Stato e la Chiesa, la Società offre un fondamentale contributo alla rigenerazione delle opere di carità nella forma attuale del volontariato sociale. A partire dagli anni Venti, e attraverso un percorso scandito dai tempi e dai modi dell'evolversi della vita religiosa e culturale, il sodalizio rivolge lo sguardo alle diverse forme di esclusione e povertà urbane tipiche di una metropoli e contribuisce alla formazione della classe dirigente dell'Italia repubblicana.
Meridionalismo, antifascismo, comunismo : la vicenda di Manlio Rossi-Doria
Simone Misiani
Libro
editore: La Nuova Italia
anno edizione: 2003
pagine: 320
Il Mezzogiorno, dopo essere stato, per alcuni anni, luogo della vergogna e della dimenticanza, una sorta di polo negativo dello stato, oggi sembra essere tornato al centro dei principali programmi dei partiti politici, del governo e anche dell'opposizione. In questa chiave viene rivissuta e narrata la vicenda di Manlio Rossi-Doria, figura centrale nel panorama degli studi meridionalistici, un protagonista del Novecento la cui innata interdisciplinarietà costituiva l'ingrediente più fecondo e la caratteristica di maggior fascino del suo modo di lavorare.