Libri di Paul Virilio
Discorso sull'orrore dell'arte
Enrico Baj, Paul Virilio
Libro: Copertina morbida
editore: Elèuthera
anno edizione: 2019
pagine: 85
Perché una bottiglia di gin abbandonata per terra in un padiglione della Biennale di Venezia attira pensosi capannelli di ammiratori che si sussurrano commenti estasiati? Baj, pittore, e Virilio, urbanista, si interrogano reciprocamente sullo statuto e la percezione dell'arte e dei luoghi che la ospitano e la espongono. Il destino attuale dell'arte, la sua evoluzione, sembrano essere una delle dimensioni privilegiate per cogliere lo spirito dei tempi, anzi il mercato dell'arte ha preannunciato la New Economy e molte altre virtualità. Nella maniera di rapportarsi all'arte si è prodotto una sorta di plusvalore che è divenuto talmente importante da rendere impossibile una critica seria. La critica diventa pettegolezzo e celebrazione, mentre l'opera d'arte diventa un'icona di se stessa, priva di un significato intrinseco in quanto ridotta a macchina per produrre pseudo-filosofie, pseudo-estetiche, pseudo-problematiche.
L'università del disastro
Paul Virilio
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2008
pagine: 155
Inquinamento ambientale, riscaldamento climatico, minaccia nucleare: in un mondo ormai sull'orlo della catastrofe, la scienza è una malattia che deve fare i conti con gli incidenti di cui è responsabile. E con il paradosso di un disastro dovuto allo spettacolare successo della tecnoscienza e non al suo fallimento. Diventa allora necessaria, suggerisce Virilio, la creazione di un'Università del disastro, che possa misurare ma anche prevenire gli incidenti prodotti dal successo scientifico. Una specie di ospedale per la scienza e le sue tecniche, dove ripensare la portata devastatrice di un progresso che si rivela disastrosamente suicida.
L'arte dell'accecamento
Paul Virilio
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2007
pagine: 88
Un saggio sull'accecamento, estetico e politico, nell'"illuminismo" della nostra contemporaneità caratterizzata dalla sovraesposizione massmediatica, dove il sensibile è diventato il fotosensibile e l'oggettività una teleobiettività. È questa l'ultima provocazione di Paul Virilio, dopo le riflessioni sul simulacro, sulla velocificazione del tempo, sulla dematerializzazione dello spazio pubblico, sull'ordinarietà dell'incidente e della catastrofe nella perenne condizione collettiva di "panico freddo" subentrata alle tensioni della "guerra fredda". Nella società della globalizzazione, in cui la visione dell'osservatore si trasferisce agli innumerevoli canali video che illuminano il suo abitare, in una fatale distrazione dal mondo circostante, dalla percezione in situ e in visu, "l'arte di vedere" diventa infatti la prima vittima. E l'arte contemporanea, essa stessa mediatica e audiovisiva, non è più, come sosteneva Paul Klee, ciò che rende maggiormente visibile, bensì l'arte di un accecamento. Paul Virilio, tra gli autori più originali nel panorama filosofico contemporaneo, è noto principalmente per i suoi studi sullo sviluppo della tecnologia in relazione al potere, all'urbanistica, all'arte.
Città panico. L'altrove comincia qui
Paul Virilio
Libro: Libro in brossura
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2004
pagine: 129
New York dopo la caduta del World Trade Center, Bagdhad dopo quella di Saddam Hussein, Gerusalemme con il suo "muro di sicurezza": città panico che, più di ogni teoria, evidenziano il fatto che la vera catastrofe della modernità è la metropoli, divenuta progressivamente il luogo della guerra contemporanea. Dobbiamo essere in stato di allerta permanente per un incidente sempre possibile, sempre annunciato e sempre rinviato. Avremo bisogno di un ministero della Paura per amministrare città in cui si è concentrata la ricchezza, ma anche la fragilità del progresso?
L'incidente del futuro
Paul Virilio
Libro
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 2002
pagine: 92
Diffidiamo sempre più della politica ma ci fidiamo ciecamente degli scienziati per il controllo dei progressi della scienza e il rispetto dell'etica. Virilio sferra la sua requisitoria contro un fondamentalismo tecnoscientifico che sta trasformando la realtà in telerealtà e la democrazia in una telecrazia per cittadini infantilizzati. Ciò che ci aspetta è un futuro senza avvenire, privato di ciò che è semplicemente umano, aperto solo all'incidente possibile e alla sua mondovisione.
La bomba informatica
Paul Virilio
Libro
editore: Raffaello Cortina Editore
anno edizione: 1999
pagine: 150
L'autore svolge una spietata critica degli eccessi della scienza contemporanea. Quest'ultima non tenderebbe più alla scoperta di una verità utile all'umanità, ma si evolverebbe unicamente alla ricerca di performance limite estremamente pericolose (clonazione, eutanasia tramite computer, alimenti transgenici, mucca pazza, ecc.). Ciò che stupisce nel testo di Virilio è soprattutto la straordinaria ricchezza di riferimenti all'attualità: politica, economia, cinema, arte, moda, pubblicità, non vi è argomento su cui non si eserciti l'ironia feroce del filosofo francese.
Mimmo Jodice. Retrospettiva 1965-2000
Paul Virilio, Piergiovanni Castagnoli, Roberta Valtorta
Libro
editore: Fondazione Torino Musei
anno edizione: 2001
pagine: 265
La deriva di un continente. Conflitti e territorio nella modernità
Paul Virilio
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 1994
pagine: 149
Guerra e cinema. Logistica della percezione
Paul Virilio
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2018
pagine: 171
«Questo saggio sviluppa un approccio ancora inesistente, o quasi, quello all'utilizzazione sistematica delle tecniche cinematografiche nei conflitti del XX secolo. Infatti, dopo le note necessità strategiche e tattiche della cartografia, i primi passi della fotografia, militare durante la guerra di Secessione, in attesa dell'attuale videocontrollo del campo di battaglia, la prima guerra mondiale vide svilupparsi l'uso intensivo delle sequenze filmate nella ricognizione aerea. [...] Strumento di mira indiretta, complementare a quello delle armi di distruzione di massa, l'oculare della macchina da presa imbarcata a bordo degli aeroplani prefigura dunque una mutazione sintomatica dell'acquisizione di obiettivo, una derealizzazione crescente dello scontro militare in cui l'immagine si prepara ad avere la meglio sull'oggetto, il tempo sullo spazio, in una guerra industriale dove la rappresentazione degli eventi domina la presentazione dei fatti. [...] Sviluppando in tal modo le premesse di una vera e propria logistica della percezione militare, in cui l'approvvigionamento delle immagini diventerà l'equivalente dell'approvvigionamento di munizioni, la guerra del 1914 inaugurerà un nuovo "sistema d'armi" formato dalla combinazione di un veicolo da combattimento e di una macchina da presa [...]. Guerra delle immagini e dei suoni che sostituisce la guerra degli oggetti». (Paul Virilio)