Libri di Isabella Di Liddo
Corpi, santi e urne reliquiario in Italia meridionale tra Seicento e Settecento. «Miribilia incorrotta»
Isabella Di Liddo
Libro: Copertina morbida
editore: Schena Editore
anno edizione: 2022
pagine: 200
Una puntuale analisi sulle urne che ancora esistono e contengono i corpi dei santi martiri. L'indagine è una prima ricognizione delle urne reliquiario dei martiri realizzate tra Settecento e Ottocento, un'indagine che non può dirsi esaustiva, condotta in un territorio che comprende la Campania, l'Abruzzo, il Molise, la Puglia e la Basilicata. [...]La 'mirabilia incorrotta' aveva con tutta probabilità un valore psicologico fortissimo e cioè detenere un segno dell'immortalità, un sacrificio eroico. L'indagine compiuta dimostra che i corpi richiesti dalla grande nobiltà del Regno sono perlopiù conservati nella cappelle private e quella reliquia, tra ostentazione sacra e profana, finisce per convertirsi in un segno loro della presenza sul territorio.
L'arte dell'intaglio. Arredi lignei tra XVII e XVIII secolo in Italia meridionale. Organi cantorie cori pulpiti altari
Isabella Di Liddo
Libro: Copertina rigida
editore: Schena Editore
anno edizione: 2017
pagine: 318
"Il volume che qui presento è dedicato agli arredi chiesastici (organi cantorie cori pulpiti altari) fra Napoli e la Puglia nel '600 e '700, molti qui presentati per la prima volta all'occhio dello studioso o dell'amatore, grazie ad una vasta campagna specifica condotta da fotografi d'arte Antonio e Roberto Tartaglione e Roberto Sibilano che hanno spesso fotografato anche il minimo particolare non fruibile ad occhio nudo nell'orgia decorativa del barocco. Particolari che a volte costituiscono la firma della bottega, come il caso dell'organaro Kircher a Gallipoli che fa apporre dall'intagliatore, in corrispondenza delle canne delle tre campate della cassa, la decorazione lignea a forma di "fasce annodate." Quattro capitoli sono dedicati alle botteghe, in particolare degli organari (il quarto è solo fotografico dedicato agli organi e cantorie rimasti ancora anonimi), perché come osserva Isabella Di Liddo, sono «di fattura complessa e a più voci (lo strumentista per l'organo musicale, gli intagliatori, ebanisti, scultori per la cassa lignea e per la cantoria)»." (Beatriz Blasco)
L'arte della quadratura. Grandi decorazioni barocche in Puglia
Isabella Di Liddo
Libro
editore: Schena Editore
anno edizione: 2010
pagine: 224
Palazzo Coccia a Cerignola. Un esempio di architettura vanvitelliana in Puglia
Isabella Di Liddo, Luisa Defazio
Libro: Copertina morbida
editore: Schena Editore
anno edizione: 2012
pagine: 96
La circolazione della scultura lignea barocca nel Mediterraneo. Napoli, la Puglia e la Spagna. Una indagine comparata sul ruolo delle botteghe: Nicola Salzillo
Isabella Di Liddo
Libro: Copertina rigida
editore: De Luca Editori d'Arte
anno edizione: 2008
pagine: 465
Il presente studio sulla circolazione della scultura in legno in età barocca tra Napoli e la Spagna mira a mettere in luce l'intenso scambio di opere d'arte nel Mediterraneo occidentale attraverso i Porti di Napoli, della Puglia, di Genova, di Cagliari e della Spagna. Dall'indagine comparata delle fonti scritte e iconografiche è emerso il ruolo determinante della committenza spagnola: da quella vicereale, nobile ed ecclesiastica, alle confraternite. È apparsa sempre più l'importanza dell'apporto dato dalle botteghe napoletane allo sviluppo della statuaria lignea del Sei-Settecento in Spagna, sebbene non fu solo un fenomeno di importazione ma di proficuo e reciproco scambio. Da questo studio comparato è emersa la figura di Nicola Salzillo e la sua effettiva presenza presso la bottega a Napoli di Aniello Perrone dal 1687 al 1697, con gli altri allievi Pietro e Gaetano Patalano. Da centinaia di volumi (1687-1697) consultati presso l'Archivio Storico del Banco di Napoli ben 40 documenti trascritti sono relativi a scultori del legno; è stato possibile quindi realizzare il Catalogo delle opere di Nicola Salzillo tra Santa Maria Capua Vetere e la Spagna e alcuni "corpus" di opere di artisti (Domenico De Simone, Vincenzo Ardia, Gaetano e Pietro Patalano) facenti parte della bottega di Aniello e Michele Perrone citati dal De Dominici e di altri operosi all'epoca. Molto più noti sono gli artisti napoletani Nicola Fumo e Giacomo Colombo, a cui viene dedicato un paragrafo relativo alle opere in Spagna.