Libri di Gilda Zazzara
Vent'anni di Iveser. Dalla «gelosa custodia» della memoria alla storia condivisa
Gilda Zazzara
Libro: Copertina morbida
editore: LA TOLETTA Edizioni
anno edizione: 2017
pagine: 112
"(...) A Venezia siamo nati tardi, più tardi che la maggior parte della sessantina di altri Istituti provinciali di storia della Resistenza. Al punto che, ancora negli anni Novanta, poteva avvenire che qualcheduno, da vicine province, si arrogasse il diritto-dovere di suonarci lo svegliarino. Zazzara ha scelto - e si può condividere la sua scelta di dedicarsi prioritariamente a una ricostruzione meticolosa, starei per dire filologica, dei fatti, delle date, delle circostanze e dei nomi, mantenendosi più prudente sui perché. Del resto, tutto quello che, crescendo e maturando in fretta, l'Istituto è poi riuscito a fare, è sotto gli occhi di tutti. Quanto a me, non tanto come presidente dell'Istituto, ma come studioso della memoria e dei suoi complicati nessi con la storia, mi viene naturale riandare a quanto mi è accaduto di leggere in materia, a partire da Maurice Halbwachs, lo specialista francese dei meccanismi di funzionamento della memoria collettiva, morto a Buchenwald..." (Dalla Prefazione di Mario Isnenghi)
Renzo e i suoi compagni. Una microstoria sindacale del Veneto
Alessandro Casellato, Gilda Zazzara
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2022
pagine: 320
Un giovane uomo porta una bandiera, forse più grande di lui. Accanto a sé, i compagni. Orgoglioso di stare in prima fila, allo stesso tempo sembra sovrastato, schiacciato dal compito. Renzo Donazzon è nato in una famiglia di mezzadri al confine tra Veneto e Friuli, è diventato comunista da ragazzino, si è fatto le ossa da operaio nelle piccole fabbriche del territorio, prima di entrare alla Zoppas di Conegliano. Il ’69 lo trasforma in un leader sindacale e da quel momento sale tutti i gradini della Cgil fino a diventare, tra il 1988 e il 1992, segretario regionale del Veneto. Poi succede qualcosa e torna a fare il sindacalista in periferia. Pochi anni dopo muore in seguito a un incidente stradale, senza lasciare scritto nulla di sé. Se l’elezione di Renzo a segretario regionale rappresenta il culmine di un ciclo di mobilità sociale delle classi popolari, la sua rimozione esprime il crollo di un’utopia: l’idea che gli operai possano diventare classe dirigente. Renzo Donazzon è un working-class hero, mandato avanti dal basso, da una comunità di pari, ma anche risucchiato dall’alto, dai dirigenti del sindacato e del partito che lo selezionano, lo allevano, gli fanno coraggio, per poi metterlo da parte.
La storia a sinistra. Ricerca e impegno politico dopo il fascismo
Gilda Zazzara
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2011
pagine: VIII-195
Gilda Zazzara ricostruisce il profilo di una leva di studiosi di storia che, nel secondo dopoguerra, ha introdotto in ambito universitario nuovi settori di ricerca di argomento otto-novecentesco, in particolare la storia del movimento operaio e della Resistenza. Lavorando tra università, mercato culturale e centri di ricerca 'militanti' (sostenuti da partiti e circuiti politici socialisti, comunisti e azionisti) questa generazione di storici è stata mossa da una parte dallo sforzo di legittimare la storia contemporanea come disciplina scientifica a pieno titolo e dall'altra dalla convinzione che la conoscenza del passato prossimo fosse un elemento imprescindibile della rialfabetizzazione democratica degli italiani. Il libro presenta gli storici di quella generazione - giovani intellettuali cresciuti sotto il Regime, spesso allievi prediletti dei più prestigiosi accademici degli anni Trenta per poi passare a esaminare alcuni centri di ricerca (Biblioteca Feltrinelli e Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione di Milano; Fondazione Granisci di Roma) dove era possibile avere un costante confronto con dirigenti politici e testimoni degli eventi recenti e soprattutto era possibile accedere alle prime raccolte documentarie. Dopo l'analisi di decenni importanti per la ricerca e il consolidamento istituzionale e di rinnovamento metodologico della disciplina, si arriva agli anni Settanta quando gli intellettuali italiani devono confrontarsi con la contestazione giovanile.