Libri di Bruno Zevi
Storia dell'architettura moderna
Bruno Zevi
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 725
Nel primo volume della "Storia dell'architettura moderna" sono documentate le origini del movimento moderno, la prima età pionieristica con le Arts and Crafts di Morris, e l'Art Nouveau di Horta, van der Velde, Olbrich, Gaudí e Loos, il periodo razionalista segnato da Le Corbusier, Gropius e il Bauhaus, Mies van der Rohe, e dall'espressionismo di Mendelsohn, finalmente la stagione organica di cui è protagonista Aalto. In questo volume la vicenda si amplia con l'itinerario organico americano, entro cui splende il genio di Frank Lloyd Wright, e con i complessi apporti linguistici degli ultimi 45 anni, fermentati da Scharoun, Pietilä, Utzon, Gehry. L'architettura moderna diventa sempre più differenziata, senza perdere la sua identità. Questo volume comprende tavole cronologiche relative agli anni 1725-1995, il maggiore apparato bibliografico esistente e l'indice generale dei nomi, dei luoghi e delle correnti figurali, dal cubismo al decostruttivismo. Per la vastità del materiale illustrativo, i due libri potrebbero intitolarsi "enciclopedia dell'architettura moderna", e sarebbe, tra le enciclopedie, la più comprensiva e attuale, anche perché include l'intera operosità urbanistica, dai grandiosi lavori ottocenteschi di Parigi, Vienna, Madrid alle "New Towns" britanniche e scandinave e ai progetti della città del 2000.
Storia dell'architettura moderna
Bruno Zevi
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 310
Benché s'interrompesse con il 1950, la "Storia dell'architettura moderna" di Bruno Zevi risultava insostituibile per architetti, cultori d'arte e studenti, in Italia e all'estero. L'attuale edizione contiene gli aggiornamenti riguardanti i quarant'anni successivi, nonché una radicale revisione filologica e critica delle vicende che, prendendo le mosse dagli "architetti della rivoluzione" francese, sfociano nelle grandi figure di Wright, Le Corbusier, Gropius, Mies van der Rohe, Mendelsohn, Aalto. La cosiddetta "crisi del movimento moderno" si manifesta in una pluralità di correnti, dal neoespressionismo all'informale, dall'High-Tech al decostruttivismo, in cui emergono le personalità di Scharoun, Kahn, Saarinen, Niemeyer, Rudolph, Erskine, Utzon, Safdie, Johansen, L'Archigram Group, i metabolisti giapponesi, Foster, Rogers e Gehry. Ne discende un panorama estremamente fecondo sul terreno delle realizzazioni e anche gremito di ipotesi sull'assetto urbano e sull'habitat del futuro. L'"action-architetture" e il recupero del Kitsch metropolitano, promosso dalla pop-art, strutturano un linguaggio in cui fondono la tecnologia dell'opulenza e quella della povertà, la progettazione col computer e quella spontanea, gergale. Un'architettura colta e popolare, dove la ricerca estetica più avanzata incentiva la registrazione dell'evento, rendendo il processo creativo gestibile da parte di tutti.
Il nuovissimo manuale dell'architetto. Volume Vol. 3
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Mancosu Editore
anno edizione: 2019
pagine: 560
Volume di aggiornamento all'edizione composta di 2 volumi ed edita nel 2012. Oltre all'aggiornamento di alcune sezioni già trattate nei volumi di base, come l'Esercizio Professionale e i Materiali-Componenti-Tecniche, fondamentale importanza assumono le 4 nuove sezioni inserite e mai trattate in precedenza. Argomenti come il "Dissesto Idrogeologico", "Il Restauro e Riuso", il "BIM", l'"Edificazione Scolastica, colmano un vuoto sulle rispettive materie. Come nell'opera di base anche in questo volume sono stati coinvolti i più importanti e prestigiosi esperti di ciascuna materia. L'opera si presta come base di studio per chi studia architettura e ingegneria e soprattutto resta strumento valido e indispensabile nell'esercizio della professione di progettista.
Erich Mendelsohn
Bruno Zevi
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2018
pagine: 210
Erich Mendelsohn (1887-1953) è stato definito l'unico architetto rivoluzionario della sua generazione. Nel volume viene ripercorsa la produzione del grande progettista a partire dai famosi "schizzi" e dalle realizzazioni in Germania prima della fuga seguita all'avvento del regime nazista, che fanno di lui il più alto esponente della corrente architettonica espressionista europea. Vengono quindi illustrate le limpide opere del periodo "palestinese", con le quali contribuisce attivamente al processo di costruzione di quello che nel 1948 diverrà lo Stato di Israele. Il percorso si conclude con i pacati edifici comunitari, oltreché con le residenze del periodo americano.
Erich Mendelsohn. Opera completa. Architetture e immagini architettoniche
Bruno Zevi
Libro
editore: Testo & Immagine
anno edizione: 1997
pagine: 552
Il libro ripercorre la lezione di Mendelsohn, dalle innovazioni linguistiche espressioniste in Germania, culminate con la Torre Einstein a Potsdam (1920), al periodo più attento al razionalismo (1925-1931), alle opere dell'esilio in Gran Bretagna, Palestina e USA. Il volume si conclude con una appendice dedicata agli architetti contemporanei che hanno proseguito il cammino tracciato da Mendelsohn.
Controstoria e storia dell'architettura. Volume Vol. 1-3
Bruno Zevi
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2018
pagine: 1074
Volume 1. In questo volume Bruno Zevi mette sotto la sua lente d’ingrandimento i vizi, i difetti, i caratteri e le perversioni ideologiche dell’architettura italiana. Avvalendosi di un’ampia antologia di scritti sull’urbanistica e sull’architettura di grandi autori, non solo specialisti (Croce, Argan, Giedion, Mumford, Dewey, Berenson, Bettini, Paci, Arnheim, Adorno, Eisenman, Lynch, Eco), Zevi rileva i problemi della periodizzazione, dei termini, dei criteri storiografici: strumenti indispensabili per lo studio e la comprensione delle principali opere architettoniche italiane, dalla Preistoria ai nostri giorni. Su queste basi solide la sua Controstoria compie un vertiginoso giro del mondo, per poi ricostruire la storia dell’ambiente e degli assetti territoriali paesaggistici e cittadini in Italia, dal Paleolitico alla dimensione metropolitana, e dare corpo a una straordinaria enciclopedia degli insediamenti urbani nel nostro Paese. Volume 2. Stabiliti nel primo volume i criteri metodologici sui quali impostare una controstoria, in questo libro Bruno Zevi mette in atto l’invito di Walter Benjamin a «passare a contropelo la Storia», sostenendo energicamente, dalla Preistoria ai nostri giorni, quelli che sono di volta in volta i portatori dell’innovazione spaziale ed espressiva, rivolgendo per contro i suoi strali su coloro che hanno frenato lo sviluppo della libertà in architettura, come se avesse entrambe le categorie fra le mani. Fermamente convinto, sempre con Benjamin, che «neppure i morti saranno al sicuro dal nemico, se vince», l’autore ci trasmette una visione della Storia tutt’altro che pacificata ed evolutiva: al contrario ci scaraventa nella tempesta di un processo dialettico e conflittuale sviluppato lungo i millenni, perché ciascuno di noi possa consapevolmente operare le proprie scelte imposte da un presente lacerato fra straordinarie potenzialità liberatorie e cupe pulsioni regressive. Volume 3. In questo volume Bruno Zevi passa al vaglio la Storia non dall’alto, come capacità di declinare un linguaggio architettonico prescrittivo definito a priori, ma dal basso, ovvero come coacervo di pulsioni creative molteplici che, dalla profondità delle diverse culture e dei diversi territori, esprimono le istanze spaziali e figurative più liberatorie e anticlassiche. A questi “dialetti”, di matrice democratica e popolare, vengono ascritte le radici più profonde di quell’“architettura della modernità”, che proprio nella liberazione dai dogmi e dalle regole precostituite della “composizione” trova il suo più autentico inveramento. In questa corrispondenza fra le testimonianze meno auliche del passato e le tendenze più radicali del presente risiedono l’originalità e la forza di un messaggio critico che non si presenta mai distaccato ed equilibrato, ma sempre “esagerato” e schierato.
Frank Lloyd Wright
Bruno Zevi
Libro
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2018
pagine: 282
Una vera e propria guida – con tanto di indirizzi – dell’opera di Frank Lloyd Wright (1867-1959), che fin dall’esilio americano negli anni Quaranta Bruno Zevi ha considerato il più grande architetto moderno. Nel volume viene ripercorsa la titanica produzione del genio di Taliesin West, dalla produzione incessante di residenze immerse nella natura come la Casa sulla cascata a strepitosi edifici urbani come il Solomon R. Guggenheim Museum di New York. Da questo affascinante excursus emerge non solo una creatività incessante nel dar vita allo spazio per l’uomo, ma anche una straordinaria capacità di anticipazione delle conseguenze che lo sviluppo della grande industria avrebbe comportato sugli equilibri del pianeta. La proposta alternativa di uno sviluppo territoriale organico e policentrico, lungi dall’essere frutto di una visione regressiva (come troppo spesso è stata considerata), rivela oggi profeticamente tutto il suo potenziale ecologico.
Architettura e storiografia Le matrici antiche del linguaggio moderno seguito da «La storia come metodologia del fare architettonico»
Bruno Zevi
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2018
pagine: 191
"Si suole affermare che il linguaggio moderno ha determinato una cesura nell'evoluzione architettonica, azzerando la tradizione con un 'punto a capo' nel codice espressivo. Questo saggio dimostra il contrario. La sensibilità contemporanea investe le nuove architetture, ma anche il modo di 'leggere' e interpretare i monumenti antichi. Tra spinte creative e recuperi storici si è intessuto un dialogo che, nel corso di un secolo, ha generato le invarianti del linguaggio moderno. Lo scavo nel mondo ellenico è alla base della poetica di Le Corbusier. Lo studio del gotico si riflette nei fasti strutturali dell'ingegneria ottocentesca e nel linearismo Art Nouveau. Alla tridimensionalità prospettica rinascimentale fa riscontro la quadridimensionalità spazio-temporale del razionalismo. Senza l'indagine sul barocco, sarebbero inconcepibili i volumi serpentinati di Aalto. Non c'è nessun rapporto di imitazione fra la spirale borrominiana di Sant'Ivo alla Sapienza e l'elicoidale wrightiana del Guggenheim Museum (disegni in copertina), ma i loro messaggi sono affini. Del resto, l'architettura delle comunità hippies coincide con la scoperta critica della preistoria. La tesi che il linguaggio moderno dell'architettura non è solo il linguaggio dell'architettura moderna, poiché coinvolge tutta la produzione creativa del passato, trova qui una verifica". Introduzione di Alessandra Muntoni.
Zevi su Zevi. Architettura come profezia
Bruno Zevi
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2018
pagine: 245
I luoghi, gli avi, la fatidica data di nascita, la cospirazione antifascista, l'esperienza americana, gli incontri, i personaggi, gli interventi sono qui narrati in prima persona. «Zevi su Zevi» è un diario ironico e polemico di un'avventura intellettuale, un collage autobiografico di immagini e testi in cui saggi critici, ricordi, prolusioni universitarie, aneddoti rivelano la passione per la storia, l'impegno politico, il rigore nella difesa delle idee che hanno le scelte e la militanza. Questa edizione ripropone l'impaginazione originale ideata e realizzata in ogni dettaglio da Bruno Zevi. Il libro, «sempre personalizzato, cioè discorde, tinto di eresia, contestatario affinché si configuri e ti configuri in antitesi al vecchio, al ristagno, al corrotto, al logoro, al devitalizzato...» è anche, prima di tutto, un grande affresco dedicato all'architettura. In esso ritroviamo i maestri, da Brunelleschi a Michelangiolo e Palladio fino a Wright, Mumford, Gropius, Mendelsohn, e la critica, dall'analisi sul degrado culturale alla Comité International des Critiques d' Architecture, dal fascismo in architettura al manierismo del linguaggio. Testi raccolti in un lungo racconto di vita esplorata con l'intenzione di ribadire, pagina dopo pagina, la necessità di discutere sul «fare architettura». E il monito è già nelle citate parole di George Steiner: «La nostra epoca non è ordinaria. Avanza sotto l'angoscia dell'inumano, sperimentato in una scala inedita di grandezza ed orrore. Ci sono piaceri di distacco che uno vorrebbe concedersi, ma non può». Prefazione di Massimiliano Fuksas.
Architectura in nuce
Bruno Zevi
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2018
pagine: 247
Questo saggio - illustrato in maniera del tutto personale, con una freschezza e una radicalità pari a quelle del precedente "Saper vedere l'architettura" - è il libro che forse meglio rappresenta la maturità di Bruno Zevi. "Architectura in nuce" è infatti tanto un omaggio all'estetica di Benedetto Croce quanto un'originale applicazione della dialettica all'architettura: quasi una sinfonia, articolata nei tre movimenti hegeliani. La prima parte, teorica, è dedicata a una definizione dell'architettura attraverso l'analisi della sua essenza, ovvero lo spazio interno; la seconda, metodologica, ai problemi della storiografia architettonica; la terza, alla necessità di reintegrare nell'architettura tutte le sue moderne diramazioni (ingegneria, urbanistica, design). La tripartizione crociana (poesia, non poesia, anti-poesia) richiama così la suddivisione hegeliana di tesi, antitesi, sintesi. Come scrive Rafael Moneo nella prefazione, quello che abbiamo davanti agli occhi è «uno Zevi allo stato puro. Uno Zevi intelligente, perspicace, attento, entusiasta, sottile, con il senso dei tempi, mordace, ben informato, che domina con scioltezza le fonti... ma sempre dalla parte di ciò che intende come lo sforzo dei ribelli contro i potenti». Grazie a un sapiente montaggio di citazioni scelte, risuonano qui le voci della scuola crociana (Matteo Marangoni, Carlo Ludovico Ragghianti), della critica d'arte viennese (Franz Wickhoff, Alois Riegl, Julius von Schlosser) e di altri teorici cari all'autore (Cesare Brandi, Sergio Bettini, Heinrich Wölfflin). Ne nasce un'avvincente - quanto partigiana - definizione di architettura, che tocca ogni epoca e ambito, dalla preistoria al manierismo fino alla modernità di Le Corbusier, Erich Mendelsohn e Frank Lloyd Wright, senza trascurare gli esiti vernacolari, paesaggistici e urbanistici. Lo spazio interno ne è il concetto chiarificatore, e la sua interpretazione ruota intorno a un assunto di Henri Focillon: «L'originalità più profonda dell'architettura come tale risiede forse nella massa interna. Dando una forma a questo spazio cavo, essa crea veramente il proprio universo». Il libero accostamento di fotografie, selezionate e impaginate dallo stesso Zevi, anticipa molta pubblicistica successiva anche nel confronto con le altre arti, ma con un dinamismo unico nel suo genere. Il critico romano infatti non costruisce una mera antologia di opinioni, ma intesse un serrato assemblaggio di giudizi che coinvolge a pieno titolo le immagini, le quali dunque rivestono la stessa importanza delle parole. "Architectura in nuce" è pertanto un libro rivolto a tutti, al di là dei singoli specialismi, perché, come conclude l'autore: «Non solo il godimento, ma l'esistenza stessa dei monumenti del passato, e tanto più dei loro ambienti, dipende dalla forza persuasiva della critica architettonica». Riproduzione fotografica integrale. Con un saggio di Manuel Orazi.
Ebraismo e architettura
Bruno Zevi
Libro: Libro in brossura
editore: Giuntina
anno edizione: 2018
pagine: 132
Esiste un'arte ebraica? È prodotto esclusivo di artisti ebrei, o invece configura un orientamento valido anche per non-ebrei? Tra i flagelli della sinistra europea c'è il contrasto tra comunismo e sionismo. L'intolleranza marxista persiste bruciando ogni tentativo di revisione. I numerosi disegni rinvenuti nei campi di sterminio pongono il quesito: quali vincoli legano i martiri che li hanno tracciati ai linguaggi artistici dell'epoca? Un bambino ebreo è assassinato. In una drammatica seduta in Campidoglio, l'accusa tremenda al mondo cattolico, all'antisemitismo comunista, alla viltà dello Stato. La diaspora può esser vista: a) come valore del passato, b) come convivenza tra attualità e retaggio storico; c) come impulso a influenzare la cultura internazionale. In un'ipotetica quarta interpretazione, le eresie di Einstein, Freud e Schönberg permeano il quotidiano. Quanto è accaduto nella letteratura ebraico-americana si riflette oggi nel campo architettonico. Dominano figure anomale, eversive, comunque immuni da idolatrie linguistiche. Questi i temi roventi dei saggi qui raccolti. La nuova edizione di "Ebraismo e architettura" viene pubblicata in occasione del centenario dalla nascita di Bruno Zevi. Con un testo inedito e un documento donato dall'archivio di Daniel Libeskind questa raccolta di testi zeviani rimane attuale e di grande interesse per capire a tutto tondo l'identità del grande architetto ebreo romano.
Saper vedere la città. Ferrara di Biagio Rossetti, «la prima città moderna d'Europa»
Bruno Zevi
Libro: Copertina morbida
editore: Bompiani
anno edizione: 2018
pagine: 336
Quali eventi, quali strategie progettuali fecero della Ferrara estense, nel 1492, "la prima città moderna d'Europa", come la definì Jacob Burckhardt? La domanda riguarda non solo l'eccezionalità dell'Addizione Erculea progettata dall'architetto Biagio Rossetti, ma l'intera tematica della pianificazione urbanistica. Bruno Zevi in questo fondamentale saggio critico pubblicato per la prima volta nel 1960 indaga le caratteristiche, i progetti e le finalità di uno dei capisaldi della storia dell'urbanistica e del Rinascimento italiano. Lo fa raccontando le meraviglie dell'"officina ferrarese" ma anche insegnandoci a leggere e interpretare lo spazio urbano, inteso nel suo complesso come opera d'arte, dalle emergenze architettoniche all'arredo di piazze e strade, alla poetica del non-finito e dell'angolo. Zevi ci offre qui una lezione che a distanza di anni conserva intatta tutta la sua attualità e l'altissimo valore civico.