Libri di Antonino Buttitta
Babbo Natale giustiziato
Claude Lévi-Strauss
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2024
pagine: 120
Torna in una nuova edizione con una Nota inedita di Gianfranco Marrone il saggio divertente e arguto dell'antropologo francese Claude Lévi-Strauss che, a partire da un incredibile fatto di cronaca, ricostruisce le origini, i simboli e i rimandi che si celano dietro la figura di un personaggio quasi divino. «Babbo Natale è vestito di scarlatto: è un re. La sua barba bianca, le sue pellicce e i suoi stivali, la slitta sulla quale viaggia evocano l'inverno. Incarna l'aspetto benevolo dell'autorità degli anziani. Ma in quale categoria bisogna collocarlo dal punto di vista della tipologia religiosa? Non è un essere mitico, poiché non c'è mito che renda conto della sua origine e delle sue funzioni; e non è nemmeno un personaggio di leggenda, poiché non è collegato a nessun racconto semistorico. Appartiene piuttosto alla famiglia delle divinità. È la divinità di una sola fascia di età della nostra società e la sola differenza tra Babbo Natale e una vera divinità è che gli adulti non credono in lui, benché incoraggino i propri figli a crederci. Babbo Natale è dunque, anzitutto, l'espressione di un codice differenziale che distingue i bambini dagli adolescenti e dagli adulti». Nel Natale del 1951, sul sagrato della cattedrale di Digione, un fantoccio di Babbo Natale viene impiccato e poi bruciato, per manifestare agli occhi di tutti i bambini il rifiuto, da parte del clero, della «paganizzazione» della festa cristiana. Lévi-Strauss, fondatore dell'antropologia culturale e padre nobile dello Strutturalismo, trasse dalla notizia l'occasione per questo saggio, straordinario per intelligenza e ironia. Uno scritto intensamente divertente, perché fa rivolgere - divergere, appunto - lo sguardo da Babbo Natale, figura abituale e innocente, alle sue profondità di significato più recondite, arcaiche e perenni. Partendo dalle «coerenti illogicità» di questo culto - prima di tutto il fatto di essere forse l'unica credenza in cui gli adulti non credono pur spingendo i bambini a crederci - Lévi-Strauss scava in questa divinità dei non-iniziati, ovvero i bambini, che li demarca e li riunisce periodicamente agli iniziati. Perché cosa sono i bambini fin da sempre, e i loro riti di passaggio, e i morti, e i vivi-morti, nelle rappresentazioni incise nelle culture umane? L'episodio di Digione diventa così un momento di riflessione sulla categoria sociologica e antropologica che Gianfranco Marrone, nella sua Introduzione, chiama «natalizzazione». Categoria che, come mostra Antonino Buttitta nello scritto che chiude il volume, viene ricompresa all'interno delle tradizionali simbolizzazioni del «contratto sociale» iniziatico tra i vivi e i morti.
Le forme del lavoro. Mestieri tradizionali in Sicilia
Antonino Buttitta
Libro: Copertina morbida
editore: Flaccovio
anno edizione: 1970
pagine: 472
Le forme del lavoro. Mestieri tradizionali in Sicilia
Antonino Buttitta
Libro: Copertina rigida
editore: Flaccovio
pagine: 472
Ideologia e folklore
Antonino Buttitta
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Museo Pasqualino
anno edizione: 2023
Ideologie e folklore: una «rassegna di studi in cui è ancora prevalente la tradizione accademica della disciplina, anche se sono anticipati temi e orientamenti nuovi» come afferma lo stesso Buttitta. Nel tracciare un profilo storico della letteratura demologica in Sicilia, nel ribadire l’illustre eredità dei maestri della tradizione glottolinguistica di cui non dimenticherà mai la lezione, Buttitta si pone nella linea di una sostanziale continuità con quella scuola e tuttavia apre nuovi orizzonti, prepara strade inedite rispetto all’impianto prevalentemente filologico delle ricerche folkloriche, contribuisce al disegno identitario di una rinnovata e autonoma scienza della cultura popolare che in Cocchiara aveva già il suo ineludibile riferimento fondativo. Opera seminale che segna le fasi di costruzione di un percorso di ricerca in evoluzione, di uno snodo fondamentale nella definizione e maturazione delle esperienze scientifiche dell’autore. In queste pagine convergono scritti che risalgono agli anni Sessanta e restituiscono temi, repertori e ideologie della demologia, aggiornati e convertiti in una cornice teorica liberata dai cascami dell’idealismo crociano. Prefazione di Antonino Cusumano. Postfazione di Francesco Faeta.
Sicilia. L'isola del vino. Ediz. italiana e inglese
Antonino Buttitta, Girolamo Cusimano
Libro: Libro rilegato
editore: Kalós
anno edizione: 2005
pagine: 144
Orizzonti della memoria. Conversazioni con Antonino Cusumano
Antonino Buttitta
Libro
editore: Ernesto Di Lorenzo Editore
anno edizione: 2015
Sul filo della memoria, che “sfida il tempo e sconfigge la morte”, un protagonista della cultura italiana racconta la sua vita: il padre Ignazio “che faceva il poeta”, gli amici Leonardo Sciascia ed Elvira Sellerio, la Bagheria di Renato Guttuso e di Giuseppe Tornatore, gli studi di antropologia, l’impegno politico, l’amore per i libri, le collezioni di pupi siciliani e di maschere africane. Un mosaico di esperienze diverse, “tenute insieme dal sentimento di appartenenza all’unico e plurale disegno dell’identità siciliana”. "Orizzonti della memoria" è un affresco “di una cultura vista dall’interno di una vita, e di una vita vista all’interno di una cultura”.
Mito, fiaba, rito
Antonino Buttitta
Libro
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2016
pagine: 240
Antropologo, semiologo, studioso di folklore tra i più noti, Antonino Buttitta ha sempre accompagnato all'interesse teorico ricerche sull'immaginario popolare, in particolare quello siciliano. Il volume raccoglie saggi di epoche diverse offrendo una complessiva panoramica della sua opera. Sono presenti tanto analisi di fiabe e miti, quanto risultati di ricerche su riti e feste popolari. Le forme di espressività popolare, sia quella mitico-fiabesca sia quella rituale, costituiscono, per Buttitta, l'esito della volontà persistente dell'uomo di superare la finitudine del tempo e dello spazio, mediante una assiologia finalizzata a negare le fondamentali opposizioni umane: essere-apparire, vita-morte, bene-male. L'idea che emerge è una riflessione sui miti, le fiabe e i riti, consistente nell'interrogarsi sulle ragioni che hanno spinto gli uomini di ogni tempo a inseguirsi in aldilà insistentemente fantasticati.
Antropologia e letteratura
Antonino Buttitta, Emanuele Buttitta
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2018
pagine: 243
«Lo scrittore, cercando l'uomo, trova gli uomini; l'antropologo, ma anche il sociologo, lo storico, etc., osservando gli uomini, troppo spesso perdono l'uomo. Il mondo si trasforma in un regno di astrazioni quantitative. I vivi e i morti si contano in numeri e dispare quanto di attese e passioni, gioia e pena, sostanzia e rende reale la loro esistenza. Si perde insomma l'identità e si dissolve la tensione invisibile che, pur occultandosi nei loro atti, di fatto li anima e li fa vivere. Si tratta però di rare eccezioni. Quale antropologo, ma anche sociologo, storico ha restituito la società russa o centro e sudamericana, di un preciso tempo, come Gògol e Tolstoj, Carpentier e García Márquez? Nel generale dissenso ho spesso affermato che gli uomini non producono e consumano cose ma simboli. È questo il segreto inarrivabile della loro specificità in quanto umani. Resta da capire che cosa è il simbolo» (A. Buttitta). Sono raccolti in questo libro (l'ultimo del grande antropologo ideato insieme al figlio Emanuele) gli scritti di Antonino Buttitta sul tema che maggiormente lo ha appassionato e interpellato negli ultimi anni: il rapporto tra antropologia e letteratura, ovvero come gli umani raccontano di sé, ovvero come provano a vincere la morte. Un interesse in cui si esprimeva l'immenso, ironico e tollerante, scettico e simpatetico amore che lui sentiva per tutte le manifestazioni del vivere. Realizzato attraverso la capacità di spaziare nella cultura e nelle culture con acutezza e invenzione, e "cercare connessioni tra cose tra loro lontanissime" (Vico). E, dunque, "un libro che testimonia - scrive il figlio Emanuele - la sua ricerca di senso, per tutta la vita, nella letteratura". Questo "Antropologia e letteratura" è il primo volume pubblicato dopo la morte di Antonino Buttitta nella collana da lui fondata e diretta per oltre quarant'anni.
Vincere il drago. Tempo, storia, memoria
Antonino Buttitta
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2022
pagine: 240
A cinque anni dalla scomparsa di Antonino Buttitta viene pubblicato questo libro che sviscera i temi della storia e della memoria. Il titolo, ripreso da una raccolta di poesie di Arturo Onofri, ne riassume bene il contenuto: Vincere il drago, affermare la vita oltre la morte: nella dimensione laica della vita, l'unica immortalità possibile è affidata alla memoria che salva le parole e le azioni degli uomini. Muovendosi tra Borges - «al di là della nostra morte corporale rimane la nostra memoria, rimangono i nostri atti, i nostri gesti, i nostri atteggiamenti» - e Agostino - «il presente del passato è la memoria» - questo libro affronta il tema attraverso vari saggi nati in occasioni e tempi diversi ma che si leggono come una ininterrotta riflessione. Nel suo argomentare su storia e memoria, il volume non poteva non includere una densa analisi sulla Sicilia e sulla sua complessa vicenda culturale, sui miti e le utopie, sulle stratificazioni etniche dell'Isola, crocevia di attraversamenti umani e di contraddizioni.
Religione, famiglia e potere nell'opera di Giovanni Verga
Lia Giancristofaro
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni Museo Pasqualino
anno edizione: 2023
pagine: 185
Il linguaggio delle scienze antropologiche si fonde con l’immaginazione letteraria. Un’indicizzazione della produzione letteraria sulla festa popolare come teatro sociale, in questo caso l’osservazione fatta da Giovanni Verga a Vizzini e in in altri paesi della Sicilia, dimostra che il suo sguardo è affine all’indagine antropologica. Del resto, Verga aveva rapporti stretti con Pitré e gli altri etnologi siciliani del suo tempo. Come scrive Antonino Buttitta, Verga interpreta la cultura siciliana come un etnologo, meglio di un etnologo, perché la rappresenta in chiave interpretativa e letteraria, senza pretese di distanza scientifica: nella rappresentazione verghiana della festa siciliana, il testo sembra raccontato dal popolo stesso, e la figura dell’intellettuale svanisce, come una narrazione antropologica classica. Prefazione di Antonino Buttitta.