Libri di Anton Giulio Mancino
Pagine girate. Nuovo cinema Pirandello
Anton Giulio Mancino
Libro: Libro in brossura
editore: Kaplan
anno edizione: 2023
pagine: 358
Adattare o piuttosto “disadattare” Pirandello? Su questa seconda possibilità si orienta questo libro sin dal titolo, Pagine girate, nel doppio senso di “voltare pagina” e “girare” ex novo con la macchina da presa le celebri “pagine” narrative e sceniche pirandelliane. Per oltre un secolo, infatti, la galassia dell’audiovisivo è incorsa nel fraintendimento della fedeltà all’originale che il concetto di “adattamento” alimenta, a differenza del “disadattamento”, che invece rende coerenti e sostenibili le esigenze specifiche del mezzo filmico. Occorreva perciò uno sguardo capovolto, d’opposizione, per restituire ai film la parte che spetta loro nell’affrontare l’autorità e i testi di Pirandello. Il sottotitolo, Nuovo cinema Pirandello, rimarca la necessità di una svolta innovativa per studiare e restituire diritti d’autore supplementari a registi e attori, sceneggiatori e produttori che, sul grande e sul piccolo schermo, hanno assecondato il perpetuo “sentimento cinematografico del contrario”, introdotto da Pirandello stesso, quando ha provato a disadattare da solo la sua narrativa e il suo teatro. La seduta spiritica cui partecipa Mattia Pascal è perciò il segno inconfondibile che la fitta filmografia pirandelliana, quasi evocando il fantasma di Pirandello, ha ereditato e rilanciato in un presente inconoscibile e fitto di terreni misteri.
John Wayne
Anton Giulio Mancino
Libro: Copertina morbida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2020
pagine: 188
Forte, risoluto, di poche parole, a volte rude, John Wayne ha impersonato il perfetto eroe americano, e con i suoi quasi 200 film girati in 50 anni di carriera è stato tra i più longevi portabandiera cinematografici degli Stati Uniti. Eppure, nonostante la fama mondiale, l'Academy lo ha sempre osteggiato per le sue idee tenacemente conservatrici, attribuendogli un solo Oscar nel 1970 per Il Grinta. In questo volume, Mancino ricostruisce un'ampia biografia artistica dell'attore che è al tempo stesso un grandioso affresco dell'America del Novecento. Dal debutto nel cinema muto (Brown of Harvard, 1926) a Ombre rosse (1939), film decisivo per la sua carriera, proseguendo con la Trilogia sulla cavalleria (Il massacro di Fort Apache, I cavalieri del Nord Ovest, Rio Bravo), Sentieri selvaggi (1956) e L'uomo che uccise Liberty Valance (1962), fino ai ruoli più "moderni" come in Ispettore Brannigan, la morte segue la tua ombra (1975), il racconto di questa sterminata filmografia procede di pari passo con quello di un paese diviso tra slanci ideali e tradizione conflittuale, aneliti di libertà e nevrotiche cacce alle streghe. Ne emerge il ritratto di un attore che forse come nessun altro ha incarnato con tanta convinzione le luci e le ombre del mito americano. Contrappuntato da un ricchissimo catalogo di immagini tratte direttamente dai fotogrammi delle pellicole, questo volume ripercorre la leggendaria avventura artistica del "Duca" di Hollywood, il divo burbero e reazionario che del suo lavoro amava dire: «Nei film recito la parte di John Wayne, a prescindere dal ruolo che mi viene dato. E mi sembra di cavarmela bene».
Come sinfonia
Pino Donaggio, Anton Giulio Mancino
Libro: Copertina morbida
editore: Baldini + Castoldi
anno edizione: 2021
pagine: 300
Ci sono vite straordinarie che recano dal principio un inconfondibile segno artistico. Sono romanzi già prima di essere scritti. La vita di Pino Donaggio, antidivo per eccellenza, genio senza sregolatezza, discreto e misurato, musicista completo, violinista, compositore e cantautore allergico ai musicarelli, inguaribile "ultimo romantico", non assomiglia a nessun'altra. Nato nella Laguna veneziana, a Burano, e cresciuto nei pressi di Rialto, Pino Donaggio coltiva la passione per la musica sin da subito e, dimostrando uno straordinario e precoce talento, entra nel Conservatorio di Venezia. Il suo destino, come lui stesso ammette, era quello di diventare violinista. Da Venezia passa a Milano, si perfeziona, cresce, ma al tempo stesso matura anche l'ambizione di scrivere canzoni. Lo fa e segna un'epoca, emozionando ragazzi e ragazze calcando il palco del Festival di Sanremo dieci volte: da Come sinfonia, di cui si festeggia quest'anno il sessantesimo anniversario, a Io per amore, passando per i brani più rock'n'roll come Il cane di stoffa e Giovane giovane, fino ad arrivare all'indimenticabile Io che non vivo (senza te), che fa innamorare chi la ascolta e che, cantata da Dusty Springfield ed Elvis Presley, col titolo You Don't Have to Say You Love Me fa il giro del mondo, vende 80 milioni di copie ed entra nella storia delle canzoni più celebri (e più belle) che siano mai state scritte. Arrivato al successo, Pino Donaggio matura a sorpresa un altro cambio di rotta e, un po' per caso un po' per destino, inizia a comporre colonne sonore per il cinema e le sue musiche sono tra le più apprezzate da pubblico e addetti ai lavori, premiate, fanno scuola: da Hollywood alla RAI, famosissima è la sua storica collaborazione con Brian De Palma, ma anche con la fiction italiana per eccellenza: Don Matteo. In questo libro, intimo e spassionato, il maestro Donaggio racconta e si fa raccontare per la prima volta con i tempi e i modi ampi e armoniosi della sinfonia: tra ricordi, salti temporali, aneddoti sugli amici, gli incontri insoliti, le avventure di chi ha vissuto dall'interno il mondo fascinoso e inaccessibile del palcoscenico, ci restituisce non solo la storia di una passione inestinguibile per la musica, ma anche il ritratto affabulante di un uomo che ha sempre preferito la semplicità, la schiettezza e la libertà alle luci della ribalta. Prefazione di Terence Hill.
Jerry & Robin. Pensare divertente
Roberto Lasagna, Anton Giulio Mancino
Libro: Copertina morbida
editore: Falsopiano
anno edizione: 2020
pagine: 280
Questo libro è soprattutto un atto d'amore nei confronti di due nomi popolari ma al tempo stesso dotati di vaste zone di penombra. Lewis e Williams vengono accostati con alcuni indubbi parallelismi (la "serietà" dei loro ultimi lavori, ad esempio, oppure l'essere costretti a esibire in pubblico almeno una parte del repertorio per il quale erano noti al grande pubblico), ma in questa direzione non si insiste più di tanto. Anche perché questi autori non consentono una sintesi del fenomeno della comicità autoriale hollywoodiana: hanno traiettorie molto personali, hanno origini diverse, non hanno fatto scuola, non provengono dalla scuola. Ecco, Robin e Jerry sono di fatto due macchine celibi. Possono essere autori di performances straordinarie (fa molto piacere che per Lewis si ricordi lo straordinario One More Time e per Williams la definizione struggente di "serial Killer" fornita da Terry Gilliam in un necrologio sorprendente e struggente) che possono a loro volta richiamare altre performances, ma rimangono completamente unici e irripetibili. Queste vite parallele del terzo millennio ci propongono due autori dei quali pensiamo di sapere molto e che invece ci accorgiamo di conoscere solo superficialmente. Merito di un lavoro veramente approfondito, in cui la passione e la scientificità non si elidono ma si arricchiscono a vicenda. Cosa rara, nella saggistica cinematografica. Prefazione di Steve Della Casa.
John Wayne
Anton Giulio Mancino
Libro: Copertina rigida
editore: Gremese Editore
anno edizione: 2016
pagine: 184
John Wayne, l'emblema stesso dell'eroe sul grande schermo, è un nome d'arte. Glielo diede Raoul Walsh sul set de Il grande sentiero. Era stato battezzato nel 1907 come Marion Michael Morrison, cui si aggiunse presto il soprannome di "Duke", con cui continuò ad essere chiamato durante tutta la sua lunga carriera di star, la più popolare e imperitura leggenda hollywoodiana che abbia mai attraversato la frontiera, incarnandone lo spirito selvaggio ed indomito, calzando i panni del rude e corpulento cowboy, dell'uomo d'ordine, sceriffo o poliziotto, del soldato ligio al dovere, dell'ufficiale rigido, responsabile e paterno. Segnando la storia del cinema americano con una serie di titoli memorabili, cui impresse i suoi tratti inconfondibili, le maniere risolute e sgraziate, è stato diretto dai più grandi e temuti cineasti. Inviso agli intellettuali di sinistra e ai membri dell'Academy, si guadagnò un solo Oscar per il ruolo dello sceriffo guercio e ubriacone ne Il Grinta di Henry Hathaway. Aveva però vissuto quasi tutta la sua vita negli studi cinematografici, sulle piste del Far West, combattendo tutte le guerre americane tra Ottocento e Novecento, dalla Guerra d'Indipendenza a quella Civile, dalla Seconda Guerra Mondiale al Vietnam, sfidando la morte in ogni genere di avventura hollywoodiana, come minatore, navigatore, direttore di circo. Si era identificato col suo personaggio cinematografico fino a compenetrarsi con la bandiera nazionale, lo spirito patriottico...
La recita della storia. Il caso Moro nel cinema di Marco Bellocchio
Anton Giulio Mancino
Libro: Copertina morbida
editore: Bietti
anno edizione: 2014
pagine: 380
Il caso Moro è (sempre stato) un labirinto, nel quale ci si perde tra le pieghe di una variopinta letteratura dedicata: storiografica, politica, processuale, d'inchiesta, romanzesca, fantapolitica. Addirittura, fantascientifica. La "Moroteca di Babele" è utile agli spiegazionisti come ai dietrologi, ma continua a scontrarsi con l'impossibilità di arrivare a conclusioni certe. Mancino utilizza la filmografia di Marco Bellocchio come interlocutore al quale domandare in continuazione, attraverso gli anni e i titoli, lo stato delle cose circa un fenomeno storico che, nel tempo, ha accresciuto la propria dimensione narrativa fino a farsi fiction. Da "La macchina cinema" a "Gli occhi, la bocca", da "Enrico IV" a "La visione del sabba", fino a "Buongiorno, notte" e "Il regista di matrimoni", Bellocchio ci ha sempre parlato (anche) del caso Moro.
Sergio Rubini
Anton Giulio Mancino, Fabio Prencipe
Libro: Copertina morbida
editore: Falsopiano
anno edizione: 2011
pagine: 248
Il processo della verità. Le radici del film politico-indiziario italiano
Anton Giulio Mancino
Libro
editore: Kaplan
anno edizione: 2008
pagine: 328
Questo libro non è sul cinema italiano cosiddetto "politico", ma sui film italiani qui definiti "politico-indiziari", nei quali l'autore cinematografico trasferisce allo spettatore dubbi o perplessità sulle verità politiche ufficiali e istituzionalizzate. Verità controverse, sottratte, dal secondo dopoguerra a oggi, alla conoscenza di tutti, a partire da La terra trema, uno dei massimi capolavori del neorealismo, che sarebbe dovuto essere un film sulla strage del primo maggio del 1947 a Portella della Ginestra, il primo di una lunga serie. Creando una relazione proficua tra cinema e diritto, il film politico-indiziario invita lo spettatore accorto a spingersi oltre l'evidenza per smascherare l'occultamento istituzionalizzato della matrice politica dei fatti e far emergere la verità. Perché, come affermava Carnelutti, noto giurista e avvocato, «soltanto la verità può operare il miracolo di salvare la libertà del cineasta e, insieme, la libertà dello spettatore».
Schermi d'inchiesta. Gli autori del film politico-indiziario italiano
Anton Giulio Mancino
Libro: Copertina morbida
editore: Kaplan
anno edizione: 2012
pagine: 208
John Wayne
Anton Giulio Mancino
Libro
editore: Gremese Editore
anno edizione: 1998
pagine: 186
Una monografia che ripercorre criticamente la carriera di un mito del cinema di ogni tempo, evidenziando le motivazioni politiche e sociali di scelte spesso discutibili. Una biografia filmica volutamente non agiografica. All'analisi dei film e della figura dell'attore si accompagna un apparato fotografico che attraverso fotogrammi di fim, ritratti e foto di lavorazione è in grado di ricostruire una delle carriere più longeve di Hollywood.