UTET
Vita di Vivian Maier. La storia sconosciuta di una donna libera
Ann Marks
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2022
pagine: 380
Nella periferia di Los Angeles, il 17 luglio 1955, apriva per la prima volta i suoi cancelli Disneyland. Quasi trentamila persone si riversarono nei viali mai calpestati prima, un fiume in piena di bambini pronti a lasciarsi meravigliare. Lì, tra famiglie, figuranti e pupazzi, c’era Vivian Maier, una tata di origine francese da poco trasferitasi sulla West Coast in cerca di un nuovo incarico. La donna girovagava da sola tra la folla con una macchina fotografica in mano: dopo anni di scatti in bianco e nero, aveva deciso di passare al colore per immortalare gli attori travestiti da nativi americani e i castelli di cartapesta, per rendere giustizia a quell’atmosfera sognante e un po’ finta. Ma conclusa la gita, quelle foto non furono viste da nessuno, come le altre decine di migliaia di immagini che Vivian Maier scattò e tenne nascoste agli occhi del mondo per decenni. La storia del loro ritrovamento è già leggendaria: montagne di rullini chiusi in scatole di cartone fino al 2007, quando per un caso fortunato John Maloof, il figlio di un rigattiere di Chicago, acquistò in blocco il contenuto di un box espropriato. All’interno trovò un archivio brulicante di autenticità e umanità, il patrimonio di una fotografa sconosciuta che in pochi anni sarebbe stata celebrata in tutto il mondo. Ma mentre le sue opere diventavano sempre più popolari, la sua biografia restava un segreto impenetrabile, perché Vivian aveva sepolto il suo talento con la stessa cura e riserbo con cui aveva protetto la sua vita. Adesso, grazie alla meticolosa ricerca investigativa di Ann Marks, che ha avuto accesso a documenti personali e fonti di primissima mano, quelle vicende personali finora oscure vengono sottratte all’oblio, al mistero e alla leggenda. "Vita di Vivian Maier" rivela in tutta la sua complessità la storia di una donna fuggita da una famiglia disfunzionale, fra illegittimità, abuso di sostanze, violenza e malattia mentale, per poter finalmente vivere alle sue condizioni. Nessuno, neanche le famiglie presso cui prestava servizio, aveva idea che quella bambinaia di provincia nascondesse uno dei maggiori talenti fotografici del periodo, in grado di ritrarre le disparità e le ingiustizie degli Stati Uniti del boom economico, le persone comuni, i bambini, la semplice vita urbana. In questo, che trabocca di foto (anche inedite), l’opera e la vita finalmente si intrecciano in un’unica storia: il ritratto che emerge è quello di una sopravvissuta, fiduciosa nel suo talento nonostante le sfide della malattia mentale, una donna socialmente consapevole, straordinariamente complessa e soprattutto libera.
Atlante delle tensostrutture
Hans-Joachim Schock
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2001
pagine: 216
I volumi del Grande Atlante di Architettura costituiscono, nel loro insieme, una completa guida alla progettazione. Gli argomenti sono trattati sotto ogni punto di vista: cenni storici, approfonditi elementi tecnici, esempi di realizzazioni, normativa. I numerosissimi particolari costruttivi, disegnati in scala e immediatamente utilizzabili dai progettisti, fanno di quest'opera una guida per la pratica professionale e per la progettazione. Questo volume è dedicato al problema di coprire grandi superfici senza appoggi intermedi utilizzando le tensostrutture, membrane tese che lavorano solamente a trazione. Questo atlante illustra in modo semplice ed efficace, ma scientificamente corretto, i criteri di progettazione delle tensostrutture e le scelte compositive che il loro impiego consente, fornendo poi, nella seconda parte dell'opera, una ricca serie di esempi di edifici realizzati, corredati da numerosi particolari disegnati in scala, utilizzabili direttamente dai progettisti nel corso del loro lavoro.
Atlante del fibrocemento
Friedrich Grimm, Clemens Richarz
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2001
pagine: 358
I volumi del Grande Atlante di Architettura costituiscono, nel loro insieme, una completa guida alla progettazione. Gli argomenti sono trattati sotto ogni punto di vista: cenni storici, approfonditi elementi tecnici, esempi di realizzazioni, normativa. I numerosissimi particolari costruttivi, disegnati in scala e immediatamente utilizzabili dai progettisti, fanno di quest'opera una guida per la pratica professionale e per la progettazione. Questo nono volume è dedicato a un materiale - il fibrocemento - che, a partire dal 1900 ha conosciuto uno sviluppo tecnologico continuo e non ancora terminato. Si tratta di un composito, realizzato con cemento armato da fibre, deformabile a piacere prima della presa e resistente alla deformazione una volta indurito. Adatto sia per il rivestimento delle coperture sia per il rivestimento di superfici a parete, è stato impiegato dai più famosi architetti del secolo da Le Corbusier a Foster - e ha accompagnato lo sviluppo dell'architettura moderna tanto nelle abitazioni quanto negli edifici industriali o sportivi. Nella parte introduttiva sono presentate le diverse possibilità di impiego delle lastre ondulate in fibrocemento, evidenziando con foto e disegni il rapporto tra l'edificio e la forma architettonica; nella parte centrale presenta, invece, esempi di coperture, pareti e facciate ventilate in un gran numero di edifici realizzati negli ultimi vent'anni.
Vite parallele. Testo greco a fronte. Volume Vol. 5
Plutarco
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 1008
«Spesso un breve episodio, una parola, un motto di spirito mette in luce il carattere molto meglio che non battaglie con migliaia di morti, grandissimi schieramenti di eserciti, assedi di città.» Di vite e non di storia si impegna a scrivere Plutarco, autore di lingua greca tra i più importanti e fecondi del mondo classico. Nato a Cheronea intorno al 50 d.C., durante il regno dell’imperatore Claudio, fu cittadino dell’Impero romano e condusse una lunga vita: morì ottantenne, dopo essere stato studioso, politico, filosofo, scrittore e sacerdote del dio Apollo a Delfi. Consapevole di vivere in una fase della storia caratterizzata dalla necessità di riunire sotto un unico cielo due mondi distinti, quello greco e quello latino, Plutarco reinterpretò in modo originale la tradizione romana della biografia aneddotica, modificandone la forma e la struttura per venire incontro alle nuove esigenze di un impero che aveva sempre meno frontiere tra Oriente e Occidente. Le Vite parallele raccolgono così, a coppie, le biografie di un uomo illustre greco e di un suo corrispettivo latino, scelti secondo criteri di somiglianza nel carattere o nel destino, allo scopo, di natura morale, di mettere in luce l’uomo.
L'ultimo orizzonte. Cosa sappiamo dell'universo
Amedeo Balbi
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 224
"Cosa sappiamo dell’universo? Molto, moltissimo: la sua età, la sua struttura, cosa contiene e come ha fatto a evolvere in uno spazio disseminato di galassie, stelle, pianeti. Solo poco più di un secolo fa, non sapevamo quasi nulla di tutto questo. Il racconto di come la fisica moderna sia arrivata così avanti sulla strada della conoscenza del cosmo è il racconto di una straordinaria avventura scientifica, che Amedeo Balbi, astrofisico e divulgatore, ci aiuta a seguire passo dopo passo: dalla teoria della relatività di Einstein alla scoperta dell’espansione dell’universo, dall’osservazione della radiazione cosmica di fondo fino all’elaborazione del modello “classico” del Big Bang che oggi riteniamo la migliore descrizione dell’origine del cosmo. Allora, ormai sappiamo tutto dell’universo? Naturalmente no: se siamo sicuri dell’impianto generale, non abbiamo di certo definito con precisione tutti i dettagli. Balbi ci invita perciò alla scoperta della terra di frontiera su cui si svolge la ricerca attuale, dalle conferme della teoria inflazionaria alla ricerca della materia oscura, alla spiegazione dell’accelerazione dell’espansione dell’universo. Ma anche alla frontiera della ricerca, siamo ben lontani dal trovare la risposta definitiva a domande basilari: l’universo è finito o infinito? Lo spazio e il tempo hanno avuto un inizio, e avranno una fine? Le leggi di natura potevano essere diverse? Esistono altri universi oltre il nostro? Per affrontare queste domande con gli strumenti della scienza bisogna spingersi oltre l’ultimo orizzonte, dove gli avvenimenti dei primordi sono nascosti al nostro sguardo da un muro di fuoco, dove le misurazioni che abbiamo fatto sull’universo potrebbero non valere più, dove potremmo scoprire che la fisica che abbiamo elaborato descrive solo un breve momento e un limitato spazio di un ben più ampio e irraggiungibile cosmo. Cosa sappiamo dell’universo?"
Streghe. Storie di donne indomabili dai roghi medievali a oggi
Mona Chollet
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 256
Nel 1487 si diffonde in Europa il Malleus Maleficarum, scritto da due frati domenicani, Jakob Sprenger e Henricus Institoris. Legittimato da una bolla di papa Innocenzo vii, il volume spiega come identificare e perseguitare le ""malefiche"" creature che «uccidono il bambino nel ventre della madre, così come i feti delle mandrie e dei greggi, tolgono la fertilità ai campi, mandano a male l'uva delle vigne e la frutta degli alberi; stregano uomini, donne, animali; fanno soffrire, soffocare e morire vigne e piantagioni; inoltre perseguitano e torturano uomini e donne attraverso spaventose e terribili sofferenze e dolorose malattie interne ed esterne; e impediscono a quegli uomini di procreare, e alle donne di concepire». In mancanza di queste flagranti colpe, per essere dichiarate streghe basta il sospetto: alcune vengono bruciate sul rogo per i loro costumi ritenuti troppo liberi, per aver rifiutato un corteggiamento o per essersi opposte a delle molestie, per la loro sapienza nelle scienze mediche o per condurre una vita appartata... Per tutto il Rinascimento, migliaia di donne vengono perseguitate, torturate e uccise. Attraverso un'analisi precisa e originale, Mona Chollet rintraccia in questa oscura tragedia l'origine della condizione femminile attuale. Perché l'accusa di stregoneria, di essere le lussuriose amanti del diavolo, divenne presto un'arma di sottomissione. È da quel momento che la donna ha lentamente cominciato a chiudersi in un ristretto spazio domestico, a rinunciare alle proprie ambizioni, a sopprimere i propri desideri, ma non solo. È qui che nascono molti dei nostri pregiudizi: verso le donne anziane, simili all'iconografia tipica del sabba, verso le zitelle, le libertine, le ribelli... A distanza di secoli, le streghe sembrano essere nuovamente dappertutto: che vendano grimori su Etsy o si travestano su Instagram, che si uniscano per lanciare incantesimi contro Donald Trump o marcino in piazza al grido di: «Siamo le figlie di quelle che non siete riusciti a uccidere». In tempi di manifestazioni femministe e rivendicazioni salariali, di femminicidi e #MeToo, le streghe sono definitivamente uscite dai libri di storia, perché oggi, come ci ricorda Mona Chollet, «incarnano la donna libera da ogni limitazione, sono un ideale verso cui tendere. Le streghe ci indicano il cammino».
Siamo ciò che mangiamo? Nutrire il corpo e la mente
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 144
«L’uomo è ciò che mangia» è l’aforisma sul cibo più citato di sempre. Al punto da diventare, spesso a sproposito, un motto proverbiale. Oggi, nemmeno due secoli dopo Feuerbach, sembra quasi più vero il contrario. Basta aprire un qualunque menu o leggere l’etichetta di un prodotto alimentare per realizzare fino a che punto ci identifichiamo semmai con quello che non mangiamo: “senza zuccheri”, “senza glutine”, “senza derivati di origine animale”... Sono scelte e rinunce dettate da tabù religiosi, motivazioni ecologiche, norme sociali o mode che ci dividono a loro volta in “tribù” alimentari, tra vegetariani, vegani, crudisti, ma anche strenui difensori dell’onnivoro. Cibi diversi ci nutrono o ci intossicano, e ciò non dipende solo dalle quantità o dalle loro qualità intrinseche, ma dal messaggio che comunicano a livello sociale, culturale e persino politico. Quindi siamo ciò che mangiamo o è ciò che non mangiamo a renderci umani? Tra economia e psicanalisi, con tappe obbligate nell’antropologia e nella storia dell’alimentazione, gli interventi di questa antologia ci permettono di riconsiderare il cibo non semplicemente come un genere di autosostentamento, ma come un mezzo di scambio a tutti gli effetti – commerciale, sociale e culturale – in grado di plasmare il mondo in cui viviamo: dal pane, alimento rituale per eccellenza e base della celebratissima dieta mediterranea, alla carne, il cui mercato sempre più vorace ha finito ormai col diventare una minaccia per le risorse planetarie. E ci invitano a riconoscere nelle abitudini legate al mangiare – dalle diete agli sprechi, dal consumo bulimico all’astinenza totale – un termo metro di salute sociale e psicologica. Comunque sia, in ogni situazione conviviale, dai pranzi in famiglia e tra amici ai mukbang, i pasti “estremi” trasmessi in live streaming (ma consumati in solitudine), il cibo è sempre un discorso che facciamo all’altro. E in cui, inevitabilmente, riversiamo parte di noi stessi.
E ho smesso di chiamarti papà. Il memoir della figlia di Gisèle Pelicot
Caroline Darian
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 216
Il 19 dicembre 2024 si è chiuso in Francia un processo epocale, che per mesi ha dominato le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Secondo la sentenza, Gisèle Pelicot è stata per almeno dieci anni vittima del marito Dominique, che le serviva di nascosto cocktail di farmaci per poi abusare di lei, documentando il tutto con video e foto. Non solo: Dominique apriva la porta di casa a estranei, oltre cinquanta, adescati su internet; offriva loro ogni volta il corpo inerme e addormentato della moglie. È una storia terribile che tutti i media hanno reso notoria, ma questo libro la racconta dall’interno, perché l’ha scritto Caroline, l’unica femmina fra i tre figli della coppia. «Il trauma», racconta Caroline, «si espande in ogni direzione come un’onda d’urto», e colpisce tutto e tutti: nell’inferno di interrogatori e prove da verificare, nell’incubo di scoprire la verità sul padre, spuntano nuove immagini che ritraggono le due nuore, riprese di nascosto, e persino alcune foto di Caroline. Sorge il dubbio più atroce: forse suo padre ha drogato e violentato anche lei? Tra le pagine di questa «cronaca di orrore e sopravvivenza» spuntano anche i ricordi di un’altra vita, quando Dominique era un padre come tanti, Caroline era una bambina, e tutto sembrava normale. Sono piccole lettere immaginarie, dialoghi impossibili e strazianti verso un padre che, semplicemente, non esiste più. Eppure dentro l’orrore, pian piano, nasce una storia diversa, di rivalsa: madre e figlia capiscono che non devono vergognarsi di questa storia, tutt’altro, perché la vergogna andrà riversata su gli uomini che manipolano, drogano e violentano le loro mogli, fidanzate, figlie, in un delirio patriarcale di dominazione. Caroline e Gisèle decidono che questa storia verrà resa pubblica, attraverso un processo a porte aperte in cui la stampa sarà la benvenuta, e poi attraverso le pagine di un libro che racconti, finalmente, la verità: questo libro.
Cosa sappiamo davvero sull'amore. Tra psicologia, scienza e antropologia, indagine sul mistero dei nostri sentimenti
Anna Machin
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 304
Di una cosa siamo certi: l’amore è il motore immobile della nostra esistenza. Lo sappiamo istintivamente, lo percepiamo con i sensi e lo subiamo con i mille smottamenti del cuore, eppure, se proviamo a fermarci e a pensarci su, non ci capiamo niente: lo guardiamo stupiti come si scruta un oggetto misterioso. Perché l’amore è monolitico eppure sfumatissimo, una gamma che comprende il sentimento che lega una madre a un figlio, un nipote ai nonni, due amanti tra loro, gli amici e le amiche, il padrone e il suo animale domestico, ma persino il fedele verso il proprio Dio (e viceversa?). Lo proviamo da sempre, in tutte queste sfaccettature, e da sempre lo studiamo. Ma oggi, dopo secoli di filosofia, letteratura, chimica, biologia, neuroscienze, antropologia: Cosa sappiamo davvero sull’amore? In realtà, molte cose, come ci spiega l’antropologa Anna Machin. Per esempio che è una ingegnosa soluzione a un problema evoluzionistico: il cervello umano è talmente grande, in proporzione al corpo, che il parto deve avvenire prima del completo sviluppo, e così i nostri neonati sono a lungo inabili e indifesi; necessitano di una madre che li accudisca a lungo e di un padre che difenda il nucleo familiare. Per questo, evoluzionisticamente, è nato l’amore, un complesso cocktail chimico di serotonina, ossitocina e beta-endorfine, uno tsunami ormonale che sconvolge e crea dipendenza. Certo, non siamo più ominidi primitivi, e infatti l’amore si è evoluto a sua volta, si è complicato e stratificato, e tuttora eserciti di scienziati conducono esperimenti, analizzano risonanze magnetiche e reazioni fisiche, aumenti di salivazione, gesti, espressioni, battiti cardiaci... Anna Machin raccoglie una sfida enorme e scrive un saggio emozionante e curioso, che alterna il resoconto degli studi alla testimonianza di gente comune, che parla a cuore aperto di questo sentimento che tutti ci unisce, e tutti ci strugge. Ma alla fine, dopo aver smontato, analizzato, vivise zionato l’amore, ce ne restituisce intatta la forza, e persino rinvigorito il mistero.
Ali di piombo. 1977: cronaca di un anno tragico appassionato
Concetto Vecchio
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 272
Il 3 febbraio 1977, dalla facoltà di Lettere dell’Università di Roma muove un corteo di migliaia di studenti. Il giorno precedente un violento scontro tra i collettivi e una squadraccia fascista ha messo a ferro e fuoco il campus. In ospedale con un proiettile alla nuca è finito un ragazzo di sinistra di ventidue anni. In molti vogliono vendicarsi, e quando la manifestazione arriva davanti a una sede del Fronte della Gioventù partono i tafferugli. Mitra, pistole, sampietrini, molotov. Roma brucia. Il giorno dopo si contano i feriti: la maggior parte sono ragazzi poco più che adolescenti. Inizia così la cronaca appassionata di uno degli anni più tragici della storia del nostro paese. Lo Stato sembra vacillare di fronte alla drammatica ascesa delle Brigate rosse, che a Torino uccidono il presidente dell’Ordine degli avvocati Fulvio Croce e il vicedirettore della “Stampa” Carlo Casalegno. Per mesi si susseguono scontri di piazza, agguati, violenza politica. L’eroina miete molte vittime. Ma quei giorni non furono solo piombo e sangue. Negli anni settanta nacquero le radio libere, la tv diventò a colori, furono promulgate numerose riforme: il divorzio, l’aborto, il servizio sanitario, il diritto di famiglia, lo statuto dei lavoratori. Concetto Vecchio è tornato nei teatri in cui si è fatta la storia, Bologna, Roma e Torino, ha incontrato decine di testimoni, giornalisti, studiosi e ricostruito con la precisione del cronista e il passo svelto del narratore i fatti che hanno segnato quei mesi. Restituendoci alla fine il vibrante ritratto dell’anno in cui l’Italia repubblicana perse la sua innocenza.
La struttura dell'esistenza
Nicola Abbagnano
Libro: Libro in brossura
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 352
Nel 1939 apparve "La struttura dell’esistenza" di Nicola Abbagnano. Tra le opere di rottura fu certamente la più sconvolgente. Non assomigliava a nessuna delle opere filosofiche che si erano andate scrivendo in quegli anni, anche nella forma. Non era un libro facile, ma proprio perché era scritto con rigore, guidato e sorretto da una rara disciplina mentale, si lasciava capire. Ciononostante fu una sorpresa, forse la più grossa sorpresa di quegli anni. Ricordo benissimo che a me e a tanti altri apparve allora come un meteorite piovuto dal cielo. Per quanto si fosse cominciato a parlare da qualche anno di esistenzialismo, nessuno era preparato a trovarsi di fronte ad un filosofo esistenzialista italiano, tanto meno ad una versione italiana, già compiuta e perfetta, dell’esistenzialismo. Confesso che, a pensarci dopo tanti anni, il senso della sorpresa non è del tutto venuto meno.
Vita di Vivian Maier. La storia sconosciuta di una donna libera
Ann Marks
Libro: Libro rilegato
editore: UTET
anno edizione: 2025
pagine: 384
Nella periferia di Los Angeles, il 17 luglio 1955, apriva per la prima volta i suoi cancelli Disneyland. Quasi trentamila persone si riversarono nei viali mai calpestati prima, un fiume in piena di bambini pronti a lasciarsi meravigliare. Lì, tra famiglie, figuranti e pupazzi, c’era Vivian Maier, una tata di origine francese da poco trasferitasi sulla West Coast in cerca di un nuovo incarico. La donna girovagava da sola tra la folla con una macchina fotografica in mano: dopo anni di scatti in bianco e nero, aveva deciso di passare al colore per immortalare gli attori travestiti da nativi americani e i castelli di cartapesta, per rendere giustizia a quell’atmosfera sognante e un po’ finta. Ma conclusa la gita, quelle foto non furono viste da nessuno, come le altre decine di migliaia di immagini che Vivian Maier scattò e tenne nascoste agli occhi del mondo per decenni. La storia del loro ritrovamento è già leggendaria: montagne di rullini chiusi in scatole di cartone fino al 2007, quando per un caso fortunato John Maloof, il figlio di un rigattiere di Chicago, acquistò in blocco il contenuto di un box espropriato. All’interno trovò un archivio brulicante di autenticità e umanità, il patrimonio di una fotografa sconosciuta che in pochi anni sarebbe stata celebrata in tutto il mondo. Ma mentre le sue opere diventavano sempre più popolari, la sua biografia restava un segreto impenetrabile, perché Vivian aveva sepolto il suo talento con la stessa cura e riserbo con cui aveva protetto la sua vita. Adesso, grazie alla meticolosa ricerca investigativa di Ann Marks, che ha avuto accesso a documenti personali e fonti di primissima mano, quelle vicende personali finora oscure vengono sottratte all’oblio, al mistero e alla leggenda. "Vita di Vivian Maier" rivela in tutta la sua complessità la storia di una donna fuggita da una famiglia disfunzionale, fra illegittimità, abuso di sostanze, violenza e malattia mentale, per poter finalmente vivere alle sue condizioni. Nessuno, neanche le famiglie presso cui prestava servizio, aveva idea che quella bambinaia di provincia nascondesse uno dei maggiori talenti fotografici del periodo, in grado di ritrarre le disparità e le ingiustizie degli Stati Uniti del boom economico, le persone comuni, i bambini, la semplice vita urbana. In questo, che trabocca di foto (anche inedite), l’opera e la vita finalmente si intrecciano in un’unica storia: il ritratto che emerge è quello di una sopravvissuta, fiduciosa nel suo talento nonostante le sfide della malattia mentale, una donna socialmente consapevole, straordinariamente complessa e soprattutto libera.