Il Fiorino
Sarò sempre con te
Gabriella Lorenzoni
Libro: Copertina morbida
editore: Il Fiorino
anno edizione: 2022
pagine: 116
Sogno d'una notte d'agosto
Silvio Bisighini
Libro: Copertina morbida
editore: Il Fiorino
anno edizione: 2022
pagine: 336
La pedagogia inclusiva di Sergio Neri. Le colonie, l'Istituto Charitas
Serenella Dalolio
Libro: Copertina morbida
editore: Il Fiorino
anno edizione: 2022
pagine: 250
Pietre dell'eternità
Giancarlo Benatti
Libro: Copertina morbida
editore: Il Fiorino
anno edizione: 2022
pagine: 316
Quello strano destino
Gino Borghetti
Libro: Libro in brossura
editore: Il Fiorino
anno edizione: 2022
Nonantola e la sua gente. Storie, immagini, curiosità
Gian Luigi Casalgrandi
Libro: Copertina morbida
editore: Il Fiorino
anno edizione: 2022
pagine: 178
La vita che ho sognato. Franco Bacchelli si racconta
Franco Bacchelli
Libro: Libro in brossura
editore: Il Fiorino
anno edizione: 2022
pagine: 150
In meliorem formam redacta. La Chiesa abbaziale di Nonantola dal 1275 al 1883
Mauro Calzolari, Gianfranco Marchesi
Libro: Libro in brossura
editore: Il Fiorino
anno edizione: 2022
pagine: 194
Noi saremo la mitraglia della santa Libertà! Ideologia e propaganda nei canti dell’Italia fascista
Luigi Malavasi Pignatti Morano
Libro: Libro in brossura
editore: Il Fiorino
anno edizione: 2022
pagine: 430
I canti del fascismo non sono solo una preziosa fonte storica. Nell’era di internet, con un semplice smartphone chiunque può rintracciare ed ascoltare i vecchi inni della dittatura, che in questo modo acquistano, per così dire, una seconda vita. Verosimilmente, chi intona gli inni del Ventennio a un secolo dalla Marcia su Roma vuole riconoscersi in un simbolo, a prescindere dai testi. La canzone, infatti, è un potente strumento di aggregazione, fondamentale per cementare il senso di appartenenza ad una causa comune. Eppure le parole erano parte essenziale delle strategie di comunicazione del regime, e tracciano ancora oggi l’unica via percorribile per accostarsi in modo consapevole ai canti. Di qui lo stimolo ad approfondire alcuni macrotemi della propaganda fascista, veicolati attraverso uno strumento solo in apparenza di facile comprensione.Non si tratta – si badi – di riconsegnare alla storia brani di ottanta o cento anni fa (sono infatti già disponibili validi lavori che assolvono egregiamente questo compito), bensì di condurre il lettore alla scoperta di un particolare modo di pensare. Il fascismo, nelle sue canzoni, parlava di giovinezza, di sfrontatezza, di libertà, celando dietro una maschera di vacua aggressività uno scaltro vittimismo, ideologicamente connotato come «morale della sofferenza». Ma in che senso, per l’appunto?