Del Vecchio Editore
La terra sbagliata
Gazmend Kapllani
Libro: Libro in brossura
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2023
pagine: 181
Karl, protagonista del romanzo e alter ego dell'autore, ci racconta in un peculiare gioco temporale del suo ritorno alla terra albanese e del suo esilio volontario e doloroso. Ters, immaginaria città albanese e città natale del protagonista, viene creata come teatro perfetto per la messa in scena dei temi cari all'autore e fondamentali per il mondo contemporaneo: identità, appartenenza, libertà, displacement. L'autore racconta di uno spaccato d'Europa ancora "lontano", una storia e si fa universale e che sembra porre il lettore davanti a domande che sfidano ad andare più a fondo: dove e come prendono forma le radici dell'uomo?
Nimbus
Marion Poschmann
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2023
pagine: 229
«Il pathos della responsabilità - è piacere o sofferenza? Mi immagino che possa avere un senso ecologico e sia fonte di conoscenza poetologica. Pensare l'impensabile, riciclare Kant». Dopo gli spazi incorniciati di Paesaggi in prestito, Poschmann si muove tra lirica dell'antropocene e tradizione filosofica per raccontare spazi aperti, luoghi dell'ampiezza fisica e del ricordo, che insieme sono quelli dell'interiorità e della parvenza. Nella sua poesia c'è la conciliazione di filosofia e natura, arte e rappresentazione, distanza e vicinanza, esteriorità e intimità, immanenza e storia, umano e natura. Dall'insondabilità dell'intelletto scaturisce una lirica dinamica, potente, che insieme contempla e genera, e si scopre ironica, arguta e commovente. Nimbus è il termine latino per "nube oscura", il nembostrato, ma è anche aureola, visione estatica. Una manifestazione ambivalente dunque: la nube è visione del limine, intuizione dell'immensità. La nube oscura dispiega effetti, definisce l'atmosfera, confina il cielo, eppure allo stesso tempo sfugge, rimane incontrollabile. In una perfetta consonanza di forma e pensiero, le poesie di Nimbus raccontano l'indagine su quel confine che da sempre affascina, la linea tra il terribile e il consueto.
Storia di un'ossessione. Lev Tolstoj e Vladimir Certkov
Roberta De Giorgi
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2022
pagine: 544
Il sodalizio tra Tolstoj e Certkov è un lungo, intenso e per certi versi misterioso intreccio di amicizia, passione, letteratura e impegno sociale. Vladimir G. Certkov (1854-1936) rimase accanto a Tolstoj per quasi trent'anni: fu il principale interprete della sua dottrina morale - il cosiddetto tolstoismo che, come fondamento della nonviolenza, arrivò a influenzare anche Gandhi. Predispose, pubblicò e tradusse i suoi scritti, custodì e ordinò la gran parte dei suoi manoscritti e fu il suo più intimo amico. Certkov riuscì a conservare tutte le sue prerogative anche dopo la morte dello scrittore, promuovendo quella che è a tutt'oggi considerata l'edizione più autorevole degli scritti di Tolstoj, il Polnoe sobranie socinenij (M., 1928-1958) composto di novanta volumi. Basato anzitutto sulle fonti d'archivio, in primo luogo manoscritti di Certkov conservati in tre fondi a Mosca e resi disponibili solo di recente, l'obiettivo principale di questo lavoro è restituire, del legame tra Tolstoj e Certkov, un'immagine equilibrata, per quanto possibile aderente ai fatti, veritiera, scevra dalle controverse interpretazioni sul ruolo effettivo giocato dal "discepolo per eccellenza".
Il tessuto della scrittura. Studi per Rita Svandrlik
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2022
pagine: 531
L'atto della scrittura è un centro gravitazionale della produzione scientifica di Rita Svandrlik, germanista, comparatista, esperta di studi di genere, alla quale è dedicato questo volume collettaneo. La scrittura è l'elemento che dà forma al testo che associamo alla metafora del textus, "tessuto", trama e ordito di filami accuratamente intrecciati. All'interno di questa cornice, il volume raccoglie ventisei saggi di autrici e autori di lingua italiana e tedesca che, sulle orme dei sentieri di ricerca della collega, maestra e amica, hanno espresso specifici interessi scientifici creando una colorata tessitura, senza vincoli temporali né settoriali. Il volume è idealmente suddiviso in cinque sezioni: la prima è dedicata al rapporto tra la scrittura e il mito classico (Ifigenia, Edipo Re, Antigone, Ondina) e propone poi un excursus nel mondo poetico di Leopardi e Brecht; nella seconda parte la scrittura si fa prima veicolo verso mondi onirici e dimensioni visionarie (Morante, Freudenthaler, Muschamp) e poi "transito" verso spazi geografici più o meno reali; i saggi della terza parte del volume ruotano intorno alla filosofia (Arendt, Bloch), alla scrittura femminile e alla traduzione (Bachmann, Pappenheim, Carter); nell'ultima parte si indaga prima il rapporto tra la scrittura e alcuni approcci linguistici e, successivamente, quello con le arti. Chiude il volume una lettera per Rita Svandrlik dedicata a Trieste, sua città natale. Saggi di: Stefania Acciaioli, Roberta Ascarelli, Sabrina Ballestracci, Luca Baratta, Dominik Barta, Diana Battisti, Rita Calabrese, Paola Del Zoppo, Hermann Dorowin, Maria Fancelli, Sotera Fornaro, Marina Foschi Albert, Matteo Galli, Antonella Gargano, Eva Geulen, Micaela Latini, Giuliano Lozzi, Ernestina Pellegrini, Lucia Perrone Capano, Daniela Pirazzini, Jelena U. Reinhardt, Giovanni Sampaolo, Isolde Schiffermüller, Neva Slibar, Susanne Teutsch, Marie Luise Wandruszka.
Tempus fugit
Antanas Sileika
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2022
pagine: 351
Primi anni '50. Nord America. Nei nuovissimi sobborghi residenziali un nuovo stile di vita sta prendendo piede e promette di trasformare la società e il suo immaginario. Quartieri nuovi di zecca con case perfettamente allineate, giardini curati, auto scintillanti parcheggiate nei vialetti e donne impeccabili che si destreggiano sorridenti tra la cura della casa e i rapporti sociali. Appare una crepa in questa realtà patinata: una famiglia proveniente dall'est Europa, inseguendo un sogno di pace e rispettabilità, cerca di trovare il proprio spazio in un ambiente che, impermeabile al mutamento, li rigetta. Gli undici racconti, ciascuno perfettamente compiuto in sé ma connesso con gli altri, ci accompagnano attraverso trent'anni di vita di questa famiglia e dei personaggi che la compongono. Aneddoti e situazioni tragicomiche, raccontate con una generosa dose di ironia, offrono al lettore il ritratto accurato di un'epoca attraverso uno sguardo che decostruisce le strutture a volte grottesche della società, ma che tradisce, in modo squisitamente umano, il desiderio di appartenenza.
Schikaneder e il labirinto
Benedetta Galli
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2021
pagine: 170
Wolfgang Amedeus Mozart, per gli amici Wolfi, e Emanuel Schikaneder, voce narrante e imbonitore, psono legati da una profonda amicizia. Ma quando le scene si aprono su questa vicenda Mozart è morto ormai da sette anni e il teatro Freihaus, che grazie al grande compositore aveva visto giorni di gloria, versa ora in grandi difficoltà. Schikaneder librettista e codirettore del teatro annega nei debiti. Per recuperare stabilità economica e per dimostrare a tutti - e forse ancor più a sé stesso - di poter far bene anche senza la sua "gallina dalle uova d'oro", decide di portare sulle scene "Il labirinto", opera destinata ad essere il seguito de "Il flauto magico", ultimo grande successo ospitato al Freihaus e che porta le firme, per l'appunto, di Mozart e dello stesso Shikaneder. Attraverso la voce irriverente del narratore, Benedetta Galli costruisce una cornice, o meglio una scenografia, a tratti grottesca che ammalia il lettore e lo trascina tra mostri di cartapesta e situazioni farsesche. L'autrice armonizza i movimenti della storia proprio come una sinfonia, riuscendo a tenere in equilibrio gli intrecci, la forma e i contenuti con un tono giocoso, da raffinato divertissement. "Shikaneder e il labirinto" con il suo incedere si fa bonariamente beffe del pubblico e degli artisti, dell'arte e del profitto, perché il narratore è consapevole di essere parte di un'elaborata farsa in cui la Storia procede prendendosi fin troppo sul serio, agendo in modo subdolo nel modificare tanto il gusto del pubblico quanto la voce degli artisti. Ogni cambiamento lascia un vuoto, una frattura e una promessa che sembra trovare la sua più lucida espressione nelle ultime parole di Shikaneder: ho ancora fiducia nelle storie, nonostante tutto.
Paesaggi in prestito
Marion Poschmann
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2020
pagine: 248
Il titolo richiama una tecnica paesaggistica tipica dei giardini cinesi e giapponesi, che consiste nell'incorporare elementi esterni all'ambiente nella composizione di un giardino grazie ad un attento uso di presenze e assenze, ne è un esempio una siepe che si interrompe all'improvviso per mostrare una pagoda che si staglia in lontananza. Poschmann si rapporta alla poesia con la stessa cura. Ogni giardino può essere un paradiso, ogni parco cittadino può rivelare il suo potenziale utopico, così nelle composizioni di Poschmann estetica, etica, esperienza sociale e politica sono strettamente interconnesse e volutamente inestricabili. Ogni paesaggio ha un suo linguaggio e il poeta ne riconosce tanto le peculiarità quanto la portata universale, natura e poesia divengono quindi simbolo l'uno dell'altro ed espressione reciproca. Il visibile e l'invisibile, le immagini interiori e quelle esteriori creano un'armonia sorprendente nella lirica di Marion Poschmann. Il senso si dischiude nell'ibridazione, nella continua analisi del limine che per sua natura sfugge trascinando l'occhio che lo analizza tanto in profondità che solo la creazione poetica può sperare di offrire un resoconto adeguato. Oggetti, luoghi, situazioni e azioni sono osservati con attenzione e descritti in termini tanto concreti da risultare spiazzanti. Come illuminati da una luce fin troppo intensa i paesaggi descritti appaiono sfocati e lasciano quindi spazio, nello sforzo di metterne a fuoco i dettagli, a memorie passate, metafore e sogni. Ad ogni lettura i contorni si fanno al tempo stesso più definiti e meno materiali lasciando trasparire l'immensa profondità nascosta dietro ogni verso.
Un dialogo alla fine del mondo. Limine, generatività e memoria nella poetica di Hilde Domin
Paola Del Zoppo
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2022
pagine: 224
Hilde Domin (1909-2006) è una delle più importanti poete del Novecento tedesco. Questo volume intende evidenziare l'originalità e la vocazione politica della sua opera. Il primo capitolo, Scrivere è come respirare, traccia le basi teoriche e interpretative del percorso. Il secondo, Vita come odissea linguistica, dà inizio alla problematizzazione dell'esistenza nel limine. Il capitolo «Alla fine del volo». Limine e rappresentazione illumina un percorso verso la definizione della lirica di Domin come "poetica liminale". In Testimonianza e memoria possibili si asserisce l'importanza della lirica dominiana come generatrice di memoria culturale. A seguire, in Un posto alla tomba della madre, si apre una finestra sull'isotopia del materno come spazio liminale di copoiesi. In Dalle torri d'avorio alla "prassi aperta" la connessione con le più recenti teorie sulla lettura e sul pubblico esalta la sapienza socioletteraria della scrittrice, che si spinge, come illustrato in Il caso estremo dell'universale, a denunciare l'inconsistenza dei canoni nazionali e a ascrivere agli autori displaced una funzione centrale. Infine, in L'autobiografia lirica, si intrecciano le linee dell'attività di critica letteraria con un'analisi delle Gesammelte Gedichte come autorappresentazione poetica di Hilde Domin. La serrata critica all'eterodirezione dei lettori e dei critici, le potenzialità creative e di postura dello spazio liminale e della lirica come glossopoiesi, la volontà di produrre memoria "al di là delle antinomie" e l'autenticità nell'impegno intellettuale e nella rappresentazione di sé restituiscono il profilo di una scrittrice oggi più che mai imprescindibile per la lettura della contemporaneità.
Té al trifoglio
Ciaran Carson
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2022
pagine: 333
Sono passati secoli dalla Guerra Nefasta che sconvolse la terra di Elearos. Da allora, la pace è rimasta intatta grazie a un delicato equilibrio. L'improvviso riarmo degli orchi, umiliati da antichi trattati, sembra però rimettere in discussione l'assetto dei quattro regni. Di fronte a una minaccia crescente, il re degli uomini e i suoi alleati devono quindi decidere come reagire. All'oscuro di tutto, il giovane contadino Deltan viene coinvolto, suo malgrado, negli eventi che si stanno verificando. Inizia così una corsa contro il tempo, un'avventura in cui Deltan e i suoi compagni dovranno confrontarsi con una serie di pericoli e avversità che affondano le radici nella complessa e tumultuosa storia dei quattro regni. Un viaggio che permetterà al giovane di esplorare il mondo e di scoprire le tante sfumature della verità, una missione che lo costringerà non solo a mettersi alla prova, ma anche a scegliere che tipo di uomo diventare.
Seduzione e ritorno
Leonhard Frank
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2022
pagine: 320
In "Seduzione e ritorno" si raccolgono le novelle "Karl e Anna", "Novella tedesca" e "II ritorno di Michael", scritte in tre periodi diversi e accomunate dalla tessitura sapiente del tema amoroso coniugato alla necessità di una critica sociale che affronti il senso dell'umano, al di là delle idee di soddisfazione individualista diffuse anche dalla letteratura del tempo. "Karl e Anna" opera sul genere della "novella del reduce": il prigioniero di guerra Karl si innamora della moglie del suo compagno di prigionia Richard tramite i racconti dell'amico e, tornato a casa, si reca da Anna fingendo di essere lui il marito. Tra i due nasce un amore che è insieme autentico, ideale e non vero. Nella "Novella tedesca" il pittore Michael Vierkant racconta la storia del suo amore puro e perduto per la Baronessa Josepha che, insidiata da un meschino servitore, cade in una spirale di masochismo, morbosità e violenza. In "Il ritorno di Michael" la giovane Maria insegue un sogno d'amore e di una nuova umanità: si innamora di Michael che, tornato in Germania dopo l'esilio per uccidere il nazista che aveva assassinato sua sorella, viene arrestato. Maria vota la sua esistenza alla ricerca di una giustizia terrena capace di andare oltre la legge. Leonhard Frank si rende portavoce di speranze, visioni e afflizioni diverse, e guarda, proprio in questi tre testi, oltre la pacificazione sociale come garanzia di felicità collettiva.
Il mondo ha vissuto nell'errore
Roberto Fontanarrosa
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2022
pagine: 292
Una musa ispiratrice trasandata a cui assegnano d'ufficio uno scrittore pigro e fanfarone; un commissario che indaga su reati commessi in sogno; la trasposizione cinematografica di un libro impegnato sulla Rivoluzione russa, che diventa un film di spogliarelliste, amicizie con delfini e comparsate di calciatori. Le storie di Fontanarrosa sono storie da ridere. Ma di volta in volta la voce narrante si fa assurdamente lirica, grottescamente filosofica, parodisticamente scientifica. In alcune narrazioni è puntuale e implacabile, in altre attinge a piene mani alla cultura popolare del nostro tempo, ai film, alle canzoni e ai fumetti. Fontanarrosa finora poco tradotto in Italia, arriva finalmente con i suoi scritti più riusciti.
Questa notte
Joachim Schnerf
Libro: Copertina morbida
editore: Del Vecchio Editore
anno edizione: 2022
pagine: 127
Nel giorno di Pesach, Salomon si sveglia solo nel suo letto. Non è la prima volta, sua moglie Sarah è morta ormai da qualche tempo, ma la luce del nuovo giorno porta con sé altre sensazioni: perché questa notte è diversa da tutte le altre? I gesti consueti si ammantano naturalmente di un'aura di eccezionalità e Salomon non può che osservare la sua famiglia muoversi come su di un palcoscenico in cui si alternano rappresentazioni sacre e intermezzi farseschi. Il lutto non è un'esperienza nuova, ha perso la sua famiglia nel campo di concentramento in cui lui stesso è stato rinchiuso. Non sorprende quindi che il suo primo pensiero nel sentire il silenzio della casa deserta sia: «Sono tornate le SS e hanno portato via tutti». Ma nella Pasqua si intrecciano piani diversi: il sacro e il profano, l'eterno e l'effimero, l'individuo e la collettività. La lettura di "Questa notte" dà vita al medesimo intreccio: Joachim Schnerf ci pone davanti a una narrazione in cui l'universale appare in trasparenza, come il passato di Salomon che viene raccontato solo attraverso battute di spirito capaci di mettere in imbarazzo il suo intero uditorio. Le emozioni più intime emergono piano piano attraverso ogni parola, ogni domanda rituale e soprattutto attraverso ogni ricordo che affiora. Ironico, delicato e istruttivo, Schnerf costruisce un romanzo che riesce con leggerezza ad affrontare temi come il rapporto con il proprio passato, il senso di appartenenza, l'abbandono e la morte.